21 Dette queste cose, Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». 22 I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. 23 Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. 24 Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. 25 Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». 26 Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariota. 27 Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». 28 Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; 29 alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. 30 Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte.
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Commento di Gabriele Maria
Dopo la scena introduttiva di questo cap. 13, la lavanda dei piedi, che ci ha dimostrato l’amore del Signore per ognuno di noi, amore che si fa servizio e che vuole diventare per noi esempio, entriamo oggi con turbamento insieme a Gesù nella sua passione.
Il mistero dell’abbandono e oggi soprattutto del tradimento, che – almeno come dubbio, e quindi possibilità – coinvolge tutti i discepoli, si fa drammatico: I dodici non sapevano di chi Gesù parlasse (v. 22). Né poi capiscono che cosa intendesse dire Gesù a Giuda con quelle parole (v. 28), con cui sembra dargli il comando di andare e fare ciò che ha deciso di fare (v. 27): dare qualcosa ai poveri? Comprare qualcosa per la festa? (v.29).
E in una misteriosa trasposizione quasi profetica, queste ipotesi sono vere: Giuda, fa quello che vuole fare, quasi invaso da satana, ma nello stesso tempo è mosso dal comando di Gesù: “Fallo presto!”. In qualche modo procura con denaro l’Agnello per la festa, e dà così ai poveri non solo “qualcosa”, ma tutto: il Salvatore che viene tradito e consegnato e accetta di dare la sua vita per tutti sulla croce.
Dicendo a Giuda: “Quello che vuoi fare, fallo presto”, Gesù sembra volere anche qui assumersi la responsabilità e la colpa delle nostre azioni malvagie, trasformando quasi in un suo comando ciò che il discepolo che lo tradì, nella propria intenzione, e per la tentazione del diavolo che era entrato in lui, voleva fare.
Infatti Gesù entra nella sua Passione come agnello che prende su di se il peccato del mondo, che si è caricato delle nostre colpe e malattie. Anche di quelle di nostro fratello Giuda.