27 Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! 28 Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!». 29 La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». 30 Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. 31 Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. 32 E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». 33 Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.
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COMMENTO di ANDRES
Colpiscono le prime parole di Gesù: “adesso l’anima mia è turbata, che cosa dirò?”. Non è il momento drammatico della notte nel Getsemani, appena prima dell’arresto. Qui c’è stata la richiesta così bella, spontanea, dei Greci: “vogliamo vedere Gesù”, richiesta che ha suscitato la risposta di Gesù sull’ora, ormai giunta, che il Figlio sia glorificato.
Ma in quel momento preciso, Gesù è turbato e cerca le parole con cui esprimersi. Come spesso succede, cita un salmo che abbiamo letto stamattina a mattutino:
SALMO 6
1 Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Sull’ottava. Salmo. Di Davide.
2 Signore, non punirmi nella tua ira,
non castigarmi nel tuo furore.
3 Pietà di me, Signore, sono sfinito;
guariscimi, Signore: tremano le mie ossa.
4 Trema tutta l’anima mia.
Ma tu, Signore, fino a quando?
5 Ritorna, Signore, libera la mia vita,
salvami per la tua misericordia.
6 Nessuno tra i morti ti ricorda.
Chi negli inferi canta le tue lodi?
7 Sono stremato dai miei lamenti,
ogni notte inondo di pianto il mio giaciglio,
bagno di lacrime il mio letto.
8 I miei occhi nel dolore si consumano,
invecchiano fra tante mie afflizioni.
9 Via da me, voi tutti che fate il male:
il Signore ascolta la voce del mio pianto.
10 Il Signore ascolta la mia supplica,
il Signore accoglie la mia preghiera.
11 Si vergognino e tremino molto tutti i miei nemici,
tornino indietro e si vergognino all’istante.
Ma nemmeno le parole del salmo sono soddisfacenti. Gesù allora dice “Padre, glorifica il tuo nome”. È una preghiera, essenziale, sintetica di tutta la sua vita e dello scopo per cui è venuto. Infatti il Padre risponde subito, confermandola e rafforzandola: “L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!”.
Ed è molto bello che Gesù dica che questa parola è per noi! Ce la regala, ce la consegna, ce la consiglia. Ciascuno può allora provare almeno a balbettare queste parole: “Padre glorifica il tuo nome” quando si sente nell’anima la stanchezza, il turbamento, la paura, l’angoscia del salmo 6, specialmente quando si deve scegliere di dare la vita e non tenersela per se o quando il male (il principe del mondo) sembra farla da padrone.
“Ora il principe di questo momndo, sarà gettato fuori”, è sconfitto e non c’è più nulla da temere. Tutti, proprio TUTTI, siamo attirati da Lui, che viene innalzato da terra, attirati a Lui, per un abbraccio che consola e salva. Possiamo fare le nostre le parole del Cantico dei Cantici 1,4 “Attirami dietro a te”!