25, 1 Bildad di Suach prese a dire: 2 «Dominio e terrore sono con lui, che impone la pace nell’alto dei cieli. 3 Si possono forse contare le sue schiere? E su chi non sorge la sua luce? 4 Come può essere giusto un uomo davanti a Dio e come può essere puro un nato da donna? 5 Ecco, la luna stessa manca di chiarore e le stelle non sono pure ai suoi occhi: 6 tanto meno l’uomo, che è un verme, l’essere umano, che è una larva».
26, 1 Giobbe prese a dire: 2 «Che aiuto hai dato al debole e che soccorso hai prestato al braccio senza forza! 3 Quanti consigli hai dato all’ignorante, e con quanta abbondanza hai manifestato la saggezza! 4 A chi hai rivolto le tue parole e l’ispirazione da chi ti è venuta? 5 Le ombre dei morti tremano sotto le acque e i loro abitanti. 6 Davanti a lui nudo è il regno dei morti e senza velo è l’abisso. 7 Egli distende il cielo sopra il vuoto, sospende la terra sopra il nulla. 8 Rinchiude le acque dentro le nubi e la nuvola non si squarcia sotto il loro peso. 9 Copre la vista del suo trono stendendovi sopra la sua nuvola. 10 Ha tracciato un cerchio sulle acque, sino al confine tra la luce e le tenebre. 11 Le colonne del cielo si scuotono, alla sua minaccia sono prese da terrore. 12 Con forza agita il mare e con astuzia abbatte Raab. 13 Al suo soffio si rasserenano i cieli, la sua mano trafigge il serpente tortuoso. 14 Ecco, questi sono solo i contorni delle sue opere; quanto lieve è il sussurro che ne percepiamo! Ma il tuono della sua potenza chi può comprenderlo?».
Omelia dialogata messa Dozza 02.03.2021 Gb 25-26
Incontro del 02.03.2021 su Meet – Gb 25,1-26,14
Incontro del 02.03.2021 su Meet – Gb 25-26
COMMENTO
Ci sembra che in questi due brevi capitoli, il primo che riporta un discorso di Bildad e il secondo, che descrive la risposta di Giobbe, sia sempre più al centro dell’attenzione il Creato e il suo Creatore, mentre nei capitoli precedenti era la Storia degli uomini e il loro rapporto con Dio l’oggetto prevalente del dibattito tra i tre amici e Giobbe (ieri, ad esempio, si parlava dei malvagi e delle loro azioni e ci si chiedeva quale fosse il ruolo di Dio nello svolgersi delle vicende umane).
Quello che ci colpisce in entrambi i discorsi è la descrizione di un Dio tanto grande e potente, da suscitare terrore più che ammirazione: “Dominio e terrore sono con lui” (25,2), “Le ombre dei morti tremano” (26,5), “Davanti a lui nudo è il regno dei morti e senza velo è l’abisso” (26,6), “Le colonne del cielo si scuotono, alla sua minaccia sono prese da terrore. Con forza agita il mare e con astuzia abbatte Raab… trafigge il serpente tortuoso” (26,11-13), “il tuono della sua potenza chi può comprenderlo?” (26,14).
Di fronte a una tale immagine di Dio l’uomo è descritto come “un verme… una larva” (25,6)!
D’altra parte l’inizio del discorso di Giobbe (“Che aiuto hai dato al debole e che soccorso hai prestato al braccio senza forza! 3 Quanti consigli hai dato all’ignorante, e con quanta abbondanza hai manifestato la saggezza!” 26,2) ci mostra un carattere tipico della sua personalità: l’anelito ad una persona che lo visiti nella sua miseria, lo aiuti, lo soccorra lo consigli e gli manifesti il soccorso della sua sapienza.
Dio ti benedica e tu prega per noi. Giovanni e Francesco