1 Giobbe prese a dire: 2 «Anche oggi il mio lamento è amaro e la sua mano pesa sopra i miei gemiti. 3 Oh, potessi sapere dove trovarlo, potessi giungere fin dove risiede! 4 Davanti a lui esporrei la mia causa e avrei piene le labbra di ragioni. 5 Conoscerei le parole con le quali mi risponde e capirei che cosa mi deve dire. 6 Dovrebbe forse con sfoggio di potenza contendere con me? Gli basterebbe solo ascoltarmi! 7 Allora un giusto discuterebbe con lui e io per sempre sarei assolto dal mio giudice. 8 Ma se vado a oriente, egli non c’è, se vado a occidente, non lo sento. 9 A settentrione lo cerco e non lo scorgo, mi volgo a mezzogiorno e non lo vedo. 10 Poiché egli conosce la mia condotta, se mi mette alla prova, come oro puro io ne esco. 11 Alle sue orme si è attaccato il mio piede, al suo cammino mi sono attenuto e non ho deviato; 12 dai comandi delle sue labbra non mi sono allontanato, ho riposto nel cuore i detti della sua bocca. 13 Se egli decide, chi lo farà cambiare? Ciò che desidera egli lo fa. 14 Egli esegue il decreto contro di me come pure i molti altri che ha in mente. 15 Per questo davanti a lui io allibisco, al solo pensarci mi viene paura. 16 Dio ha fiaccato il mio cuore, l’Onnipotente mi ha frastornato; 17 ma non è a causa della tenebra che io perisco, né a causa dell’oscurità che ricopre il mio volto.
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COMMENTO
Giobbe ci comunica oggi l’urgenza del suo desiderio di incontrare il Signore e denuncia la sua incapacità di raggiungerlo o di accoglierlo. I ver. 8 e 9 efficacemente descrivono il non successo della sua ricerca: “se vado a oriente, egli non c’è, se vado a occidente, non lo sento. A settentrione lo cerco e non lo scorgo, mi volgo a mezzogiorno e non lo vedo”.
Tuttavia, i ver. 11-12 esprimono bene il legame appassionato che unisce Giobbe al suo Signore. Di questo è segno profondo quello che in Giobbe è avvenuto: “dai comandi delle sue labbra non mi sono allontanato, ho riposto nel cuore i detti della sua bocca”.
Tale legame è intrecciato in Giobbe con sentimenti e pensieri di paura. Per questo egli dichiara che la sua persona è radicalmente legata al suo incontro con Dio, “l’Onnipotente” (“Dio ha fiaccato il mio cuore, l’Onnipotente mi ha frastornato” ver. 16 e “se mi mette alla prova, come oro puro io ne esco” ver. 10).
Il titolo del capitolo dice che se Dio è lontano il male trionfa, ma egli (Giobbe), afferma di aver posto nel cuore i detti della Sua bocca.
Dio ti benedica e tu prega per noi. Giovanni e Francesco