1 Il mio respiro è affannoso, i miei giorni si spengono; non c’è che la tomba per me! 2 Non sono con me i beffardi? Fra i loro insulti veglia il mio occhio. 3 Poni, ti prego, la mia cauzione presso di te; chi altri, se no, mi stringerebbe la mano? 4 Poiché hai tolto il senno alla loro mente, per questo non li farai trionfare. 5 Come chi invita a pranzo gli amici, mentre gli occhi dei suoi figli languiscono. 6 Mi ha fatto diventare la favola dei popoli, sono oggetto di scherno davanti a loro. 7 Si offusca per il dolore il mio occhio e le mie membra non sono che ombra. 8 Gli onesti ne rimangono stupiti e l’innocente si sdegna contro l’empio. 9 Ma il giusto si conferma nella sua condotta e chi ha le mani pure raddoppia gli sforzi. 10 Su, venite tutti di nuovo: io non troverò un saggio fra voi. 11 I miei giorni sono passati, svaniti i miei progetti, i desideri del mio cuore. 12 Essi cambiano la notte in giorno: “La luce – dicono – è più vicina delle tenebre”. 13 Se posso sperare qualche cosa, il regno dei morti è la mia casa, nelle tenebre distendo il mio giaciglio. 14 Al sepolcro io grido: “Padre mio sei tu!” e ai vermi: “Madre mia, sorella mia voi siete!”. 15 Dov’è, dunque, la mia speranza? Il mio bene chi lo vedrà? 16 Caleranno le porte del regno dei morti, e insieme nella polvere sprofonderemo?».
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COMMENTO
Al ver. 3 Giobbe dice a Dio: “Poni, ti prego, la mia cauzione presso di te”. La vecchia traduzione della CEI diceva: “Sii tu la mia garanzia presso di te”! In ogni caso si tratta di affermazioni di fiducia di Giobbe in Dio.
Al ver. 6, “Mi ha fatto diventare la favola dei popoli, sono oggetto di scherno davanti a loro”, Giobbe ci sembra sempre di più la profezia del Cristo!
Lo stesso si può dire del ver. 9: “il giusto si conferma nella sua condotta e chi ha le mani pure raddoppia gli sforzi”.
Infine, i vers. 13-14, “il regno dei morti è la mia casa, nelle tenebre distendo il mio giaciglio. Al sepolcro io grido: “Padre mio sei tu!” e ai vermi: “Madre mia, sorella mia voi siete!”, si possono accogliere come il segno dell’obbedienza del Cristo fino alla morte, che lo riconcilia con essa; allo stesso modo S. Francesco parlerà di “sorella morte”.
Dio ti benedica e tu prega per noi. Giovanni e Francesco