1 E ora a voi, ricchi: piangete e gridate per le sciagure che cadranno su di voi! 2 Le vostre ricchezze sono marce, 3 i vostri vestiti sono mangiati dalle tarme. Il vostro oro e il vostro argento sono consumati dalla ruggine, la loro ruggine si alzerà ad accusarvi e divorerà le vostre carni come un fuoco. Avete accumulato tesori per gli ultimi giorni! 4Ecco, il salario dei lavoratori che hanno mietuto sulle vostre terre, e che voi non avete pagato, grida, e le proteste dei mietitori sono giunte agli orecchi del Signore onnipotente. 5 Sulla terra avete vissuto in mezzo a piaceri e delizie, e vi siete ingrassati per il giorno della strage. 6 Avete condannato e ucciso il giusto ed egli non vi ha opposto resistenza.
Giacomo 5,1-6

Vi consiglio di dare molta attenzione alla Parola che oggi il Signore ci dona, perché ci consente di entrare in un tema-problema molto delicato e peraltro molto attuale, che riguarda la misericordia divina.
C’è un limite a questa misericordia?
Una prima lettura del nostro brano potrebbe suggerire l’idea che queste parole esprimano una sentenza ormai data e definitiva.
Ritengo invece che si tratti di una severa ammonizione che vuole fortemente annunciare ed esigere una radicale conversione, perché, in Gesù e con Gesù, siamo giunti alla fine dei tempi, e quindi al giudizio definitivo di Dio!
Per questo, al ver.1, preferirei la traduzione italiana con le parole “sciagure incombenti su di voi”, piuttosto che con “sciagure che cadranno su di voi”: questo metterebbe in maggiore evidenza che non si tratta tanto di una “previsione”, quanto appunto del giudizio divino provocato dal fatto che siamo alla fine dei tempi.
Questa “fine dei tempi” non è solo e non è tanto appunto una previsione, ma piuttosto l’annuncio che ora e ormai in Gesù Cristo Dio si è pienamente manifestato con tutto il suo dono e con tutto il giudizio che tale dono rivela e consegna.
Come dire: “ora, ormai, non si può più così!”.
Per questo, è bene considerare con attenzione la Parola severamente ironica del ver.3: “Avete accumulato tesori per gli ultimi giorni!”.
Questi “giorni ultimi” sono quelli che esprimono la pienezza del dono di Dio e insieme, quindi, il giudizio di condanna su tutto quello che non accoglie pienamente la volontà divina e il volto nuovo e definitivo della creazione e della storia.
Ora, alla fine dei tempi, in questo tempo nuovo e ultimo che Dio ha preparato e donato, il tempo che è il tempo del Cristo del Signore, il tempo della pienezza, non è più possibile che ancora sussistano i imperversino le realtà e le conseguenze dell’iniquità delle ricchezze e del prepotente dominio della ricchezza contro la fraternità che Dio è venuto a rivelare e a donare a tutta l’umanità!
Chi ha ascoltato la Parola evangelica non può che convertirsi alla giustizia divina!
Ecco allora il “giudizio” divino sulle ricchezze marce, sul lusso degli abiti che per il giudizio divino sono ormai da vedere come “mangiati dalle tarme”. L’oro e l’argento sono “consumati dalla ruggine”, perché diventano il segno drammatico dell’ingiustizia e della violenza delle relazioni umane! I lavoratori (ver.4) non hanno ricevuto il salario per la loro fatica, ma tutto questo ora “grida, e le proteste dei mietitori sono giunte agli orecchi del Signore onnipotente”!
Come dice il ver.3, è assurdo e scopertamente iniquo “accumulare tesori per gli ultimi giorni”, perché questo è il tempo finale, è quel tempo di Dio dove l’ingiustizia del mondo è definitivamente giudicata e condannata.
Non accogliere questi tempi nuovi è come essersi “ingrassati per il giorno della strage” (ver.5)!
Ed ecco quindi l’accusa suprema e definitiva sull’ingiustizia del mondo: “Avete condannato e ucciso il giusto ed egli non vi ha opposto resistenza” (ver.6). Le note delle bibbie dicono che “questo giusto deve essere inteso in senso collettivo piuttosto che riferito alla persona di Gesù, ma io penso che se in Gesù vedete chiamati e accolti tutti i poveri del mondo, non vi sbagliate.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.