11 Vedete con che grossi caratteri vi scrivo, di mia mano. 12 Quelli che vogliono fare bella figura nella carne, vi costringono a farvi circoncidere, solo per non essere perseguitati a causa della croce di Cristo. 13 Infatti neanche gli stessi circoncisi osservano la Legge, ma vogliono la vostra circoncisione per trarre vanto dalla vostra carne. 14 Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo. 15 Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura. 16 E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l’Israele di Dio. 17 D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo. 18 La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.
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Anche la conclusione di questa lettera è straordinaria: versetti che, più che commentare, sono da rileggere e assimilare. “Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo”. La croce di Gesù è il nostro vanto, il luogo dove si è manifestata tutta la gloria di Dio, tutto il suo amore per noi. Il modo in cui tutti i mali del mondo, tutti i limiti della “carne” sono stati svuotati della loro forza e superati. E noi siamo diventati “nuova creatura”! Alle nuove creature, a tutti i nuovi figli di Dio è impartita come una speciale benedizione: una promessa di pace e di misericordia. – Paolo dice, concludendo: “Io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo”. Forse egli non intende tanto le stimmate del Crocifisso, quanto piuttosto i segni, il marchio indelebile, che attestano la sua appartenenza al Signore Gesù, come il marchio degli schiavi del tempo ne indicava il padrone.
“La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen”.