5 Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù:
6 egli, pur essendo nella condizione di Dio,
non ritenne un privilegio
l’essere come Dio,
7 ma svuotò se stesso
assumendo una condizione di servo,
diventando simile agli uomini.
Dall’aspetto riconosciuto come uomo,
8 umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.
9 Per questo Dio lo esaltò
e gli donò il nome
che è al di sopra di ogni nome,
10 perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra,
11 e ogni lingua proclami:
«Gesù Cristo è Signore!»,
a gloria di Dio Padre.
Omelia dialogata messa Dozza 19.04.2021 Fil 2,5-11
COMMENTO dal 17 al 19 aprile
L’espressione “un medesimo sentire” del ver. 2 è la stessa dell’ “Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù” del ver. 5 e indica non tanto quello che nel nostro linguaggio odierno indica il mondo sentimentale, quanto la dimensione della “sapienza” della vita, così come essa è descritta dai libri sapienziali della Bibbia.
Si può dire allora che i ver. 1 e 4 ci offrono esempi di vita, quali il “conforto della carità”, la “comunione degli spiriti”, i sentimenti di “amore e compassione”, che nella persona di Cristo si esprimono in pienezza come modelli da seguire. Tutto questo esige un atteggiamento dominante di umiltà: “ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri”.
Fonte e pienezza di tutto ciò è Gesù Cristo!
I ver. 6-11 descrivono in modo mirabile l’atteggiamento interiore e la pienezza di tutto ciò, facendo memoria della Pasqua di Gesù e sono quindi il cuore e la sostanza di tutta la lettera.
E’ molto interessante che Paolo affermi tutto questo ricordando la concreta vicenda interiore ed esterna del Figlio di Dio. Egli “svuotò” (ver. 7) e “umiliò se stesso” (ver. 8), facendosi obbediente fino alla morte di croce.
L’etica cristiana non detta delle norme, ma indica direttamente la persona e la vicenda di Gesù, che ha svuotato se stesso “assumendo la condizione di servo”.
La sua radicale obbedienza fino alla morte e alla morte di croce è la fonte della sua esaltazione: “nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre” (ver. 10-11).
Dio ti benedica e tu prega per noi. Giovanni e Francesco