7 È giusto, del resto, che io provi questi sentimenti per tutti voi, perché vi porto nel cuore, sia quando sono in prigionia, sia quando difendo e confermo il Vangelo, voi che con me siete tutti partecipi della grazia. 8 Infatti Dio mi è testimone del vivo desiderio che nutro per tutti voi nell’amore di Cristo Gesù.
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Paolo ci regala un’ulteriore illuminazione sul dono e sul mistero della comunione fraterna. Perchè egli prova questi sentimenti verso i suoi fratelli di Filippi? Perchè la comunione fraterna è l’esperienza di una “convivenza”, di un vivere insieme, che egli esprime con l’affermazione “vi porto nel cuore”, che alla lettera è, ancora più forte, “vi ho nel cuore”. Quello che egli vive, ormai lo vive insieme a loro. Pur nella lontananza fisica, Paolo li ha nel suo cuore sia nella prova della prigionìa, sia nella difesa e nella conferma del Vangelo nella storia delle persone e dell’intera umanità. E questo avviene perchè essi sono partecipi dello stesso dono. Qui la partecipazione è espressa con una parola che dice “l’essere in comunione con”. Il miracolo della fede è l’esperienza di una storia nuova che ognuno vive personalmente, e che nello stesso tempo vive “in comunione con” i fratelli di fede. I Filippesi sono con lui nella fatica della prigione come nella testimonianza evangelica!
Peraltro, come loro sono presenti a lui e in lui, così Paolo, secondo il ver.8, è totalmente “proiettato” verso di loro perchè, amandoli “visceralmente”, cioè con tutto il suo essere, è strettamente unito a loro per il desiderio che egli nutre verso di loro. Questo desiderio di Paolo verso i Filippesi è il desiderio stesso di Gesù verso di loro. E’ l’amore stesso di Gesù per questi fratelli.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.