12s Esposta invece una copia della presente lettera in ogni luogo, permettete ai Giudei di valersi con tutta sicurezza delle loro leggi e prestate loro man forte per respingere coloro che volessero assalirli al momento della persecuzione, in quello stesso giorno, cioè il tredici del dodicesimo mese, chiamato Adar. 12t Infatti questo giorno, invece di segnare la rovina della stirpe eletta, Dio, dominatore di ogni cosa, lo ha cambiato per loro in giorno di gioia.
12u Quanto a voi, dunque, tra le vostre feste commemorative celebrate questo giorno insigne con ogni sorta di banchetti, perché, ora e in avvenire, sia salvezza per noi e per gli amici dei Persiani, ma per quelli che ci insidiano sia ricordo della loro perdizione. 12v Ogni città e, in generale, ogni località che non agirà secondo queste disposizioni, sarà inesorabilmente messa a ferro e fuoco; non soltanto agli uomini sarà resa inaccessibile, ma anche alle fiere e agli uccelli diventerà orribile per tutti i tempi.
13 Le copie della lettera siano esposte in chiara evidenza in tutto il regno e in quel giorno i Giudei siano pronti a combattere contro i loro nemici».
14 Allora i cavalieri partirono in fretta per eseguire gli ordini del re, mentre il decreto fu promulgato anche a Susa.
15 Mardocheo uscì indossando la veste regale e portando una corona d’oro e un diadema di lino purpureo. Al vederlo gli abitanti di Susa se ne rallegrarono. 16 Per i Giudei vi era luce e letizia; 17 in ogni città e provincia dove era stato pubblicato l’editto, dovunque era stato esposto il decreto, vi erano per i Giudei gioia ed esultanza, festa e allegria. E molti pagani si fecero circoncidere e, per paura dei Giudei, si fecero Giudei.
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Veramente la potenza del Signore opera la salvezza, e interviene nella storia di ciascuno e di tutti facendo della morte il grembo della vita! Così, il giorno che doveva essere quello dello sterminio degli Ebrei, “invece di segnare la rovina della stirpe eletta, Dio, dominatore di ogni cosa, lo ha cambiato per loro in giorno di gioia”(ver.12t). E’ il “nome nuovo” che tutto acquista per la potenza salvifica del Signore.
E da qui discende il valore assoluto delle feste! non sono soltanto giorni di memoria del passato, ma hanno la potenza di rendere attuale quel passato, quell’evento che nella festa viene ricordato. Il verbo “celebrare” ha quindi il significato profondo di “trasferire” il tempo nel quale viviamo nel tempo privilegiato della salvezza. Quando noi celebriamo la Messa, la potenza dello Spirito “rapisce” l’assemblea che la celebra e la immerge negli eventi che la Messa ricorda e celebra: la Croce e la gloria di Gesù! Così ogni festa. Così, centralmente, la festa di Pasqua. Così tutte le feste della fede. Tutto questo è espresso molto efficacemente dal ver.12u: la festa è “salvezza per noi”! Ed è quindi “giudizio” contro tutto quello che si oppone e si opponeva a questa festa. Pasqua è la festa della risurrezione di tutti e di tutto, ed è “la morte della morte”! Bisogna celebrarle bene queste feste! Con pienezza di cuore e bellezza dei gesti e delle parole. Con animo umilmente lieto. Insisto su questo perchè qualche volta abbiamo la specialità di…rovinare la festa non piegando con mitezza il nostro cuore alla gioia che la festa esige e vivendo male quello che è decisivo vivere bene!
Il ver.17 estende la festa anche ai pagani. Anche questo è molto importante. Io non sono d’accordo con le prediche che si lamentano per i “pagani” che fanno festa senza capire e senza vivere il suo significato profondo. Mi fa piacere che sia giorno per star bene anche per chi non ne ha le ragioni profonde. L’importante è che noi celebriamo bene! Invece di lamentarci degli altri, se noi viviamo la festa in pienezza, può darsi che qualcuno arrivi…a farsi circoncidere come dice il ver.17, dove non mi pare che si debba pensare che lo faranno “per paura”, ma piuttosto per una misteriosa loro partecipazione a quel “timor di Dio”, che non è la paura, ma la percezione che c’è qualcosa di grande in quello che si sta festeggiando. Fose c’è proprio Lui, il Signore.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.