31 Farai il manto dell’efod, tutto di porpora viola 32 con in mezzo una scollatura per la testa; il bordo attorno alla scollatura sarà un lavoro di tessitore come la scollatura di una corazza, che non si lacera. 33 Farai sul suo lembo melagrane di porpora viola, di porpora rossa e di scarlatto, intorno al suo lembo, e in mezzo porrai sonagli d’oro: 34 un sonaglio d’oro e una melagrana, un sonaglio d’oro e una melagrana intorno all’orlo del manto. 35 Esso rivestirà Aronne nelle funzioni sacerdotali e se ne sentirà il suono quando egli entrerà nel Santo alla presenza del Signore e quando ne uscirà; così non morirà. 36 Farai una lamina d’oro puro e vi inciderai, come su di un sigillo: «Sacro al Signore». 37 L’attaccherai con un cordone di porpora viola al turbante, sulla parte anteriore. 38 Starà sulla fronte di Aronne; Aronne porterà il carico delle colpe che potranno commettere gli Israeliti, in occasione delle offerte sacre da loro presentate. Aronne la porterà sempre sulla sua fronte, per attirare su di essi il favore del Signore. 39 Tesserai la tunica di bisso. Farai un turbante di bisso e una cintura, lavoro di ricamo. 40 Per i figli di Aronne farai tuniche e cinture. Per essi farai anche berretti a gloria e decoro. 41 Farai indossare queste vesti ad Aronne, tuo fratello, e ai suoi figli. Poi li ungerai, darai loro l’investitura e li consacrerai, perché esercitino il sacerdozio in mio onore. 42 Farai loro inoltre calzoni di lino, per coprire la loro nudità; dovranno arrivare dai fianchi fino alle cosce. 43 Aronne e i suoi figli li indosseranno quando entreranno nella tenda del convegno o quando si avvicineranno all’altare per officiare nel santuario, perché non incorrano in una colpa che li farebbe morire. È una prescrizione rituale perenne per lui e per i suoi discendenti.
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COMMENTO DI GIOVANNI
Oggi vi faccio perdere un minuto di tempo in più per una considerazione di carattere generale intorno al nostro appuntamento quotidiano su queste piccole note intorno al capitolo della Scrittura, oggetto della nostra preghiera e vincolo di unità e di pace tra tutti noi. Molte volte devo superare la tentazione di una vergogna per la modestia di quanto scrivo, vergogna che mi porterebbe a rinunciare a questo tentativo di comunicare nella Parola di Dio. Accanto al limite invalicabile della mia poca fede e della mia poca sapienza, desidero oggi sottolineare il fatto che il limite di quanto vi scrivo viene in gran parte superato da quello che la Parola del Signore ci regala in due eventi successivi a quando queste noticine vengono spedite. Il primo evento, quello decisivo, è la Messa. O almeno l’occasione di una preghiera insieme. Là dove questo avviene, è semplice e meraviglioso poter ogni giorno constatare la grazia di una liturgia nella quale l’azione dello Spirito si dilata grandemente e svela quello che nella nostra preghiera personale era rimasto povero e limitato. Il secondo evento è la possibilità di accogliere nel proprio cuore quello che il Signore ha donato alla preghiera degli altri fratelli e sorelle e che viene messo in comune nell’omelia partecipata. Insomma, tutto cresce, e trascende grandemente quello che dicono questi “pensierini delle cinque del mattino”. Il senso di questa spedizione è quindi soprattutto il desiderio di rendere una piccola visita di amicizia affettuosa, particolarmente a chi cammina nella Lectio da solo, e potesse cedere alla fatica di tale solitudine.
Oggi provo a sottolineare tre passaggi del nostro testo dove viene segnalato un “pericolo” di morte che ho colto come accenno profetico alla Pasqua del nostro Signore Gesù. Il primo lo possiamo ascoltare dal ver.35:”…così non morirà”. L’affermazione sembra voler spiegare il perchè del manto “sonoro” indossato dal sacerdote. Quando egli entra al cospetto di Dio, il suono avverte che egli non è morto davanti alla presenza grande e terribile dell’Onnipotente. Mi viene in mente il testo di Luca 1,21, dove si dice che “il popolo stava in attesa di Zaccaria e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio”. Nel “silenzio” della sua Passione e Morte, Gesù entrerà alla presenza di Dio offrendosi per la nostra salvezza.
Il secondo accenno alla morte è più implicito, e legato a quella lamina d’oro che il sacerdote porta sul turbante, con la scritta “Sacro al Signore”(ver.36). Il ver.38 sembra voler spiegare il significato di questo oggetto dicendo che “Aronne porterà il carico delle colpe che potranno commettere gli Israeliti…”. La versione greca si avvicina a quello che il Battista dirà dell’Agnello di Dio:”…e toglierà Aronne i peccati…”. Sappiamo che Gesù toglierà il peccato del mondo con il suo sacrificio d’amore.
Il terzo luogo dove si nomina la morte è al ver.43 che riafferma la connessione tra la morte e quella “nudità creaturale” che dice la fragilità, la mortalità della creatura che il peccato ha spogliato della comunione con Dio, e che nella pienezza dei tempi sarà vinta dal Cristo che accetterà per Sè la nudità della croce affinchè l’uomo sia rivestito di Lui.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Mi hanno incuriosito due “accessori” che vengono dati ad Aronne:
1) i sonagli d’oro attaccati al lembo dell’efod (v.33) che con il loro suono segnalano che il sacerdote sta entrando o uscendo nella Dimora (35). Mi sembra importante perchè il sacerdote è colui che fa da tramite tra il Santo e la gente nonostante il limite della sua persona. Ogni volta che entra o esce, ogni volta che si incontra o lascia il Santo è un avvenimento straordinario: Dio comunica con il suo popolo, si relaziona, parla, ascolta, conforta o punisce. Il campanello richiama l’attenzione, ridesta la fede, rinnova l’invito alla comunicazione
2) La lamina d’oro puro con l’incisione “Sacro al Signore”. Questa scritta caratterizza visivamente un’altra funzione del sacerdote: “porterà il carico delle colpe che potranno commettere gli Israeliti… la porterà sempre sulla sua fronte, per attirare su di essi il favore del Signore”(38). In sostanza permette il contatto salvifico tra il peccato del popolo e la santità di Dio. Contatto che se non ci fossero queste precauzioni e questi accorgimenti sarebbe fatale al popolo. Invece così, attraverso il consacrato, può avvicinarsi a Dio, entrare nel Santo con i peccati e ricevere la salvezza da Dio.
Sonaglio e targhetta… li abbiamo anche noi per amarlo e essere salvati!