8 Per questa grazia infatti siete salvi mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; 9 né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene. 10 Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone che Dio ha predisposto perché noi le praticassimo.
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Io toglierei quel “questa” grazia che è stata aggiunta nella versione italiana, perchè mi sembra che qui Paolo non ci parli di “una” grazia particolare, ma più globalmente ci voglia dire che la nostra vita è tutta “grazia di Dio”. Questo porta con sè una specie di “definizione” delle nostre persone e della nostra storia, sia personale che collettiva: noi siamo dei “salvati”. Questo è importante custodirlo con cura, perchè la salvezza non è solo l’avvenimento che ci ha fatto “nascere” alla vita nuova in Dio, ma è la nota profonda che caratterizza e accompagna tutta la nostra vita. Cioè, non è che, salvati quando tutto è cominciato, adesso ci arrangiamo! La salvezza caratterizza e accompagna dunque tutta la nostra vita. E’ la sua bellezza, la sua umiltà, e ciò che ne fa in modo assoluto la “buona notizia” per ogni persona e ogni vicenda. Dire che il cristiano è un “salvato” implica che non vi sia situazione anche la più negativa che impedisca l’opera divina della salvezza.
“Mediante la fede” dice che la fede è dunque innanzi tutto dono che viene da Dio. E’ la sua Parola donata a noi – è la Parola che diventa “Parola per me, a me” – ed è la grazia di poterla accogliere, è la grazia di accoglierla. La fede è sempre “il miracolo” della fede. E’ miracolo che Dio si interessi di me, ed è miracolo che in tale interessamento io sia coinvolto e portato ad accogliere e a rispondere. “E’ dono di Dio” conclude quindi il ver.8.
Non possiamo vantarcene! E allo steso modo quindi non possiamo rimproverare chi il dono non lo ha e quindi non può vivere in conformità ad esso. Dobbiamo invece ammirare con stupore la pazienza di Dio, che noi ben conosciamo per tutta la pazienza che Lui ha avuto e ha con noi. Siamo stupefatti per le “sgridate” che ogni giorno si prende la gente perchè…non agisce secondo la fede che non ha! Tra l’altro questo atteggiamento è così opposto al comando divino di annunciare e testimoniare il dono che abbiamo ricevuto che in tal modo creiamo le condizioni più adatte perchè la gente non abbia nessuna voglia nè possibilità di ricevere qualcosa da noi. Ma, come si sa, Dio si diverte ad agire nell’impossibilità che noi ci preoccupiamo di creargli ogni giorno!
Riposiamo infine sullo splendore del ver.10. Paolo spende addirittura il verbo “creare”, per ricordarci che la fede è il principio di una vita talmente nuova, da essere in realtà una nuova creazione. Questo atto divino di creazione nella fede ha uno scopo che viene esplicitato dalle “opere buone” della vita nuova. Ma il bello è che queste opere buone Egli le ha disposte sul cammino della nostra esistenza. Quindi queste opere buone noi le troviamo già preparate e pronte lungo la via della vita, affinchè “camminiamo in esse”. Meravigliosa passeggiata nelle opere buone che Dio prepara sul cammino della vita perchè noi possiamo incontrarle. Quindi, anche per oggi, buona passeggiata a tutti.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
La salvezza è grazia, dono. Non viene dalle nostre opere. Però il dono bisogna accoglierlo, bisogna permettergli di incarnarsi in ciascuno di noi, come risposta libera e felice. Con la fede entriamo nell’opwera di salvezza, anzi diventiamo noi stessi l’opera di Dio, diventando opera di liberazione e di salvezza per gli altri. E le parole, le azioni, i gesti di liberazione, di benevolenza, di pace che noi compiamo sono anch’esse dono di Dio. Le opere buone Dio le ha già preparate, le ha già sognate per noi. Noi dobbiamo solo camminare. Il testo originale non parla di “praticare” le opere buone ma di “camminare” in esse (peripatesomen), come ha sottolineato molto bene don Giovanni. E noi, allora, che dobbiamo fare? Tenere gli occhi ben aperti!
Mi sembra molto bella la strada dei cristiani che non guidano da soli la propria canoa ma sono continuamente portati in braccio come bambini.
Mi pare di capire, vedendo anche Dongio e Lucy, che le nostre esistenze, e quelle di tutti, sono in buone mani..
Personalmente, da giovane adulto, sembra spesso che l’esistenza sia un grande cantiere che con abilità deve essere messo in piedi, e costruire bene, in grande..
Dai versetti di oggi mi sembra che la prospettiva sia molto diversa, che riporti a ‘contemplare e accogliere’.Con l’umiltà dei figli in ascolto del Padre..
Che grazia..
Signore ti ringrazio per tutto ciò che mi hai donato: i fiori, il mare, la luna ed il sole.
L’amore degli altri che forse non sempre comprendo.
Ti ringrazio per la fede che mi hai donato.
Ma chissà se ho fede? E neppure sono capace di comprenderla.
Ti ringrazio perché tu mi accogli così come sono, povera, misera, vuota di tutto.
Ma tanto piena solo di me stessa, di miei problemi, dei miei desideri, dei miei bisogni.
Grazie del Dono di Te! Grazie che sai perdonarmi nel mio peccato e offrirmi la tua Luce,
per illuminare la mia notte e la mia paura ed il tuo Spirito per rafforzare la mia debolezza.
“Non si sa dove soffia il vento, né dove va. Ma c’è.
E basta tendere la vela. Sapere che l’Eterno è Amore, che egli si fa conoscere e si dona ad ognuno.”
Abbè Pierre