19 e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi credenti secondo l’efficacia della sua forza 20 che egli manifestò in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cieli, 21 al di sopra di ogni principato e autorità, di ogni potenza e dominazione e di ogni altro nome che si possa nominare non solo nel secolo presente ma anche in quello futuro. 22 Tutto infatti ha sottomesso ai suoi piedi e lo ha costituito su tutte le cose a capo della Chiesa, 23 la quale è il suo corpo, la pienezza di colui che si realizza interamente in tutte le cose.
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La nostra preghiera di oggi riprende il ver.19, parole dense e compatte nell’affermare la grandezza, la potenza e la forza di Dio e della sua opera. Tale opera ha il suo culmine, la sua sorgente e la sua “epifanìa” nella risurrezione di Cristo dai morti e nel suo essere alla destra di Dio Padre nei cieli. Egli è il principio e la rivelazione della nuova umanità creata in Lui. Questo è il senso profondo e l’energia della Pasqua del Signore: è nella sua risurrezione che noi cogliamo la nuova, meravigliosa condizione dell’umanità, e in essa, di tutta la creazione. Così il ver.20.
La signorìa del Cristo si esercita anche su quelle realtà spirituali, chiamate collettivamente con il termine “potenze”, che governano e condizionano l’esistenza umana. Di esse parlerà ancora l’Apostolo già all’inizio del cap.2, e più diffusamente al cap.6. Vedo che le note delle bibbie tendono a considerare tali potenze solo come retaggio di culture antiche e superate. Credo sia necessario invece considerare tutto con molta attenzione e prudenza, perchè sono di fatto le potenze che governano l’esistenza umana. Potenze di per sè “neutre” come gli istinti di sopravvivenza, di possesso, di crescita, di paura…, e potenze scopertamente negative, demoniache (ma anche quelle che ho chiamate “neutrali” vi sono esposte se non altro perchè si oppongono, limitano e spesso soffocano la libertà dell’uomo) come l’invidia, la cupidigia, l’istinto di vendetta…Come dicevo, ne troveremo più avanti ampia trattazione. Qui quello che è importante è l’affermazione che nell’evento pasquale del Signore Gesù, tali potenze vengono sottomesse a Lui e alla sua signorìa, nel senso duplice del non poter prevalere sulla luce evangelica della vita nuova, e di essere addirittura, anche se negative, asservite al Mistero Cristiano della salvezza universale.
Tale è la fisionomia profonda, la potenza e la missione storica della Chiesa, la sua ragion d’essere. La Chiesa è detta, al ver.23, Corpo del Cristo e sua pienezza! Questo è il Mistero della Chiesa. E’ la sua santità. Proprio considerando la fragilità e i limiti della comunità ecclesiale, proprio guardando con umile realismo alla nostra personale vicenda di poveri peccatori, possiamo cogliere la vertigine della fede e della vita nuova, donate da Dio Padre, in Cristo, alla natura e alla storia dell’uomo. In fondo è proprio questo che ci aiuta ad entrare appena un poco nel mistero supremo dell’incarnazione e della morte e risurrezione del Signore. Per questo possiamo ritornare con forse maggiore consapevolezza e maggior stupore all’immagine del ver.20 che invita a considerare incessantemente l’immensità della presenza di Gesù, vero Uomo e vero Dio, alla destra del Padre. E’ importante che incessantemente consideriamo che è proprio da qui che noi traiamo la definizione più compiuta del mistero dell’umanità, la sua piccolezza e la sua gloria, presenti in ogni creatura umana, anche la più fragile, la più ferita, la più lontana dalla luce e della pace…Tale è l’uomo, tale è ogni persona!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Stasera vorrei pregare perché la chiesa, corpo di Cristo, sia pienezza. Pienezza di grazia, pienezza di amore ricevuto e dato, pienezza di servizio, pienezza di umiltà, pienezza di perdono. Che possa essere segno “di colui che si realizza interamente in tutte le cose.”. Che possa semplicemente annunciare che il mondo è amato da Dio e salvato dalla morte e risurrezione di Gesù.
Misericordioso come sei,
hai accolto un corpo
per salvare tutta la mia persona.
S. Giovanni Damasceno