4 Per fede, Abele offrì a Dio un sacrificio migliore di quello di Caino e in base ad essa fu dichiarato giusto, avendo Dio attestato di gradire i suoi doni; per essa, benché morto, parla ancora. 5 Per fede, Enoc fu portato via, in modo da non vedere la morte; e non lo si trovò più, perché Dio lo aveva portato via. Infatti, prima di essere portato altrove, egli fu dichiarato persona gradita a Dio. 6 Senza la fede è impossibile essergli graditi; chi infatti si avvicina a Dio, deve credere che egli esiste e che ricompensa coloro che lo cercano. 7 Per fede, Noè, avvertito di cose che ancora non si vedevano, preso da sacro timore, costruì un’arca per la salvezza della sua famiglia; e per questa fede condannò il mondo e ricevette in eredità la giustizia secondo la fede.
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Oggi celebriamo con riconoscente gioia la meraviglia di una storia generata e scritta dalla Parola di Dio!
E’ la “Storia della Salvezza”!
E’ storia della salvezza perché tutta la creazione e tutta l’umanità l’umanità ne sono i protagonisti.
E lo sono, non perché “vincitori”, ma perché “salvati”!!
E dunque il vero e assoluto protagonista è Dio stesso!
E dunque la potenza suprema è quella di Dio, e del suo Figlio Gesù che offre la sua vita per la salvezza di tutta l’umanità! Per questo vengono ricordati alcuni grandi protagonisti di questa storia della salvezza che sono salvi perché hanno accolto da Dio il supremo dono della fede, e per la fede sono stati salvati.
Sono presenze ricche di significato simbolico, come modelli di vittoria e di salvezza.
Ognuno di noi può in certo modo riconoscersi nella vicenda di questi supremi protagonisti della storia della salvezza:
da Abele che con la sua persona e la sua vicenda è all’opposto della mondanità violenta di Caino.
A Enoc che, persona “gradita a Dio, non è morto, ma è stato “portato via da Dio ” come simbolo di una vicenda più forte della morte!
Il ver.6 ci regala una sintesi suprema e totale di chi, per il dono della fede, crede in Dio e nella ricompensa donata a tutti quelli che lo cercano!
Infine, il nostro brano ci dona la felice memoria di Noè che “costruì un’arca per la salvezza della sua famiglia” e dunque di tutta l’umanità salvata del male e dalla morte.
Dio ti benedica. Ricordiamo ciascuno di voi con grande affetto. Giovanni e Francesco.
Di Abele afferma l’autore che “benché morto, parla ancora”: e anche oggi è così! Con la sua fede, la sua offerta gradita a Dio, con la violenza subìta, ci suggerisce la via della fedeltà e del dono della vita. Come lui, tanti altri fratelli nella fede ci parlano e ci sostengono, poiché – come sappiamo – la fine della vita biologica non impedisce alla persona di vivere e di agire pienamente. Enoc poi è famoso nella storia biblica per non aver visto la morte poiché “Dio lo aveva portato via”: possiamo dire che è lo stesso percorso che farà ognuno di noi? Non faremo l’esperienza della morte, poiché il Signore ci ha promesso di prenderci con sé. Infine, l’arca di Noè sulle acque del diluvio ci riporta al nostro battesimo e alle origini della nostra salvezza.