4Considerate dunque quanto sia grande costui, al quale Abramo, il patriarca, diede la decima del suo bottino. 5In verità anche quelli tra i figli di Levi che assumono il sacerdozio hanno il mandato di riscuotere, secondo la Legge, la decima dal popolo, cioè dai loro fratelli, essi pure discendenti da Abramo. 6Egli invece, che non era della loro stirpe, prese la decima da Abramo e benedisse colui che era depositario delle promesse. 7Ora, senza alcun dubbio, è l’inferiore che è benedetto dal superiore. 8Inoltre, qui riscuotono le decime uomini mortali; là invece, uno di cui si attesta che vive. 9Anzi, si può dire che lo stesso Levi, il quale riceve le decime, in Abramo abbia versato la sua decima: 10egli infatti, quando gli venne incontro Melchìsedek, si trovava ancora nei lombi del suo antenato.

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Il rapporto di Abramo con Melchisedek è profezia del grande viaggio profetico di Israele verso il Messia Gesù. Il confronto delicato tra “inferiore” e “superiore” affermato dal ver.7 deve essere interpretato non nella logica mondana delle supremazie e dei poteri, ma nella prospettiva divina di un cammino dove il passato riceve tutta la sua verità e la sua bellezza dal proprio compimento. Nella Parola che oggi riceviamo dalla bontà di Dio, in Abramo si raccoglie tutta la storia e tutta la profezia del Popolo della Prima Alleanza che verrà illuminato e glorificato dal Figlio di Dio. Del Figlio di Dio l’antica e misteriosa figura di Melchisedek è la testimonianza profetica. Una figura che rimarrebbe chiusa nel mistero, e che Gesù illumina pienamente.
Melchisedek si dice al ver.6 che “non era della loro stirpe”, cioè della stirpe di Abramo. Egli è quindi figura di un’altra stirpe, proprio perché profetizza il Figlio di Dio. E per questo “prese la decima da Abramo e benedisse colui che era depositario delle promesse”. La benedizione di Abramo da parte di Melchisedek che potete utilmente ascoltare da Genesi 14 viene qui ricordata per dire che in Abramo – nei suoi “lombi”! – era contenuta tutta la storia che porterà sino a Gesù il Figlio di Dio. Questo non svalorizza la Prima Alleanza, ma, anzi, le dà direzione e significato.
I leviti e i sacerdoti di Israele riceveranno le decime dai figli di Israele, profezia del rapporto che Israele – e tutta l’umanità! – avrà nei confronti del Figlio di Dio qui profetizzato da Melchisedek. Sacerdoti e leviti sono “uomini mortali” che profetizzano di “uno di cui si attesta che vive”(ver.8), il Messia del Signore. E quindi gli stessi sacerdoti e leviti, in Abramo, nei suoi lombi, cioè in tutta la storia del Popolo che da Abramo nascerà, hanno versato la decima al misterioso antico sacerdote, figura profetica del sacerdozio di Gesù Cristo.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Mi sembra che oggi la Parola,tra Melchisedek e Giona,insista su questi uomini segno e prefigurazione di Gesù.A loro se ne possono aggiungere altri che nella nostra vita hanno preparato e suggerito qualcosa del Signore?Dai poveri ai padri nella fede,la luce e il volto di Gesù si riflettono in tanti,piccoli,preziosi tratti dell’umanità?Oggi a partire dal mio collega mi pare di si..
Che figura affascinante questa di Melchìsedec! Già il nome: significa “re di giustizia”, espressione che sembra debba interpretarsi come “re giusto”, “re legittimo”; poi “re di Salem”, forse Gerusalemme, che viene inteso come “re di pace”: tutte premesse che fanno di lui una perfetta immagine del Signore Gesù. E quel misterioso “senza padre, senza madre, senza genealogia” lo proietta oltre la natura e la storia degli uomini. Difatti si aggiunge subito dopo: “senza principio di giorni né fine di vita”. Fanno eco le parole del Salmo 110 che leggeremo nei prossimi giorni, riferite al Figlio: “Tu sei sacerdote in eterno secondo l’ordine di Melchìsedec”. – Abramo gli dà la decima e ne riceve la benedizione: non avremmo mai detto che il grande padre Abramo potesse essere benedetto da qualcuno estraneo al suo popolo. Ma è così: il dono di Dio invade tutto e tutti, popoli e persone, e tale fatto “rivoluzionario” è annunciato fin da queste lontane origini.
v. 4 “Considerate quanto sia grande questo uomo, Melkisedek…”: Melkisedek, che è un esempio di Gesù. Guardando a lui, comprendiamo la grandezza di Gesù di cui lui è esempio. Farci guardare e vedere questa “grandezza” di Gesù è uno degli scopi della lettera agli Ebrei, e si può dire, di tutta la Scrittura. L’economia dell’Antico Testamento era sotto la morte, ma del tipo del Messia si dice che è vivo. Ci viene perciò detto di essere partecipi di colui che è vivo, Gesù, e che può vincere la morte.