4Si dice infatti in un passo della Scrittura a proposito del settimo giorno: E nel settimo giorno Dio si riposò da tutte le sue opere. 5E ancora in questo passo: Non entreranno nel mio riposo! 6Poiché dunque risulta che alcuni entrano in quel riposo e quelli che per primi ricevettero il Vangelo non vi entrarono a causa della loro disobbedienza, 7Dio fissa di nuovo un giorno, oggi, dicendo mediante Davide, dopo tanto tempo:
Oggi, se udite la sua voce,
non indurite i vostri cuori!
8Se Giosuè infatti li avesse introdotti in quel riposo, Dio non avrebbe parlato, in seguito, di un altro giorno. 9Dunque, per il popolo di Dio è riservato un riposo sabbatico.
Oggi, se udite la sua voce,
non indurite i vostri cuori!
8Se Giosuè infatti li avesse introdotti in quel riposo, Dio non avrebbe parlato, in seguito, di un altro giorno. 9Dunque, per il popolo di Dio è riservato un riposo sabbatico.
Nella Parola che oggi riceviamo dalla bontà del Signore il tema del “riposo” si arricchisce per il riferimento a Genesi 2,2 dove si dice del settimo giorno, alla fine della creazione, e come “nel settimo giorno Dio si riposò da tutte le sue opere”. La grande santità del settimo giorno qualifica dunque il “riposo di Dio” come la pienezza della sua opera e quindi “il fine” della sua opera. Nel giorno settimo l’ebreo si astiene da ogni opera perché è il giorno dedicato a Dio. La comunione con Dio caratterizza e occupa interamente il sabato ebraico. E’ questo allora, ad illuminare il senso del “riposo” nel quale, secondo il nostro Salmo 94(95), bisogna entrare, diversamente da doloro che in quel riposo non sono entrati “a causa della loro disobbedienza”(ver.6).
Per questo, “Dio fissa di nuovo un giorno – “oggi” – dicendo mediante Davide, dopo tanto tempo: Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori!”. L’ “oggi” che anche oggi il Signore ci regala è la possibilità di entrare nel suo riposo. Questo “riposo” è la comunione con Lui. E’ quello che in questo tempo prezioso della nostra preghiera noi stiamo vivendo! Questo riposo sarà nella sua pienezza quando saremo per sempre con Lui, ma già ora noi viviamo la nostra pace con Dio nella nostra comunione con Lui. Oggi udiamo la sua voce, per grazia sua non induriamo i nostri cuori, e quindi entriamo nel riposo della comunione d’amore con Lui.
Nel dono della preghiera noi viviamo dunque la pienezza del mistero del Signore e della nostra vita con Lui e in Lui. Vi trasmetto una “perla” che mi ha inviato il mio carissimo fratello il diacono Corrado, che illumina quello che stiamo ascoltando. E’ una citazione tratta dal Talmud. “Un rabbi incontrò il profeta Elia e gli chiese: Quando verrà il Messia? Gli rispose: Va’ da Lui a chiederglielo. Si trova tra i poveri e i lebbrosi alle porte di Roma. Lo riconoscerai perché mentre tutti gli ammalati slegano e riavvolgono le bende che coprono le loro piaghe tutte insieme, egli invece le slega e le riavvolge una alla volta, per poter essere pronto nel caso venga chiamato. Il rabbi andò da Lui e gli chiese: Quando verrà il Messia? Egli rispose: Oggi. Poi il rabbi tornò da Elia che gli chiese: Cosa ti ha detto? Egli rispose: Mi ha ingannato perché mi ha detto che sarebbe venuto oggi, ma non è venuto. Ma il profeta gli spiegò che voleva dire: oggi, quando voi ascoltate la sua voce…(Salmo 94(95),7”. Il nostro “riposo sabbatico” è la nostra comunione con Gesù, il Messia di Dio.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
v. 4 “E nel settimo giorno riposò Dio da tutte le sue opere”. È il riposo di Dio dopo avere compiuto tutte le opere della creazione; ed è il riposo di Cristo Gesù, dopo avere compiuto l’opera della nostra redenzione, per il quale lo ha mandato e per la quale “dopo avere compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della Maestà nell’alto dei cieli” (1:3).
E anche a noi, “oggi” è concesso di poter entrare in quel riposo di Dio e di Gesù, nella comunione con loro che ci è offerta per il sangue di Gesù, perché “oggi” “dunque rimane un riposo sabbatico per il popolo di Dio”. Questo è il dono di Dio, anche oggi rinnovato per noi, e per tutto il popolo di Dio, per mezzo della parola che ci è annunciata.
v. 7 “Dio fissa (lett. “designa”) di nuovo un giorno, oggi, …”: questo verbo nel N.T. è riferito per due volte a Gesù in relazione alla sua resurrezione. In Att 17:31 leggiamo: “egli ha stabilito un giorno nel quale dovrà gudicare il mondo con giustizia, per mezzo di un uomo che egli ha designato, dandone a tutti prova sicura col risuscitarlo dai morti”. E in Rom 1:4, Paolo scrive: “[Gesù è stato] costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santità, in virtù della risurrezione dei morti…”
Anche la parola “oggi” che nel nostr brano è detta in riferimento alla promessa di accesso al riposo di Dio per tutto il suo popolo, nella lettera a Ebr l’abbiamo già trovata riferita a Gesù: “Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato!” (1:5). Dunque, tenendo insieme questi testi possiamo dire che l’ “oggi” è la risurrezione di Gesù, che è l’accesso al riposo per tutti noi.
Leggo nelle note che per gli ebrei il riposo era costituito dall’ingresso nella terra di Canaan; dunque, non un riposarsi dalle precedenti fatiche e traversie ma un godimento della libertà acquisita e dei beni sovrabbondanti della terra promessa. In più, quello era il luogo della presenza di Dio. Mi sembra bello anche per noi pensare a un riposo come uno stato dinamico, nell’attivo godimento dei doni di un padre amante, e del dono che tutti li racchiude: la comunione con Lui, la vita di figli. – Il richiamo a Gen. 2,2 ci porta ancora più in là: il riposo promesso è quello di cui Dio stesso ha goduto; per noi è un entrare e partecipare alla vita divina. E tutto questo non è per la vita futura ma per “oggi”, come è già stato da tutti sottolineato.