17 Forse dirai in cuor tuo: “Queste nazioni sono più numerose di me; come potrò scacciarle?”. 18 Non temerle! Ricòrdati di quello che il Signore, tuo Dio, fece al faraone e a tutti gli Egiziani: 19 le grandi prove che hai visto con gli occhi, i segni, i prodigi, la mano potente e il braccio teso, con cui il Signore, tuo Dio, ti ha fatto uscire. Così farà il Signore, tuo Dio, a tutti i popoli, dei quali hai timore. 20 Anche i calabroni manderà contro di loro il Signore, tuo Dio, finché non siano periti quelli che saranno rimasti illesi o nascosti al tuo sguardo.
21 Non tremare davanti a loro, perché il Signore, tuo Dio, è in mezzo a te, Dio grande e terribile. 22 Il Signore, tuo Dio, scaccerà a poco a poco queste nazioni dinanzi a te: tu non le potrai distruggere in fretta, altrimenti le bestie selvatiche si moltiplicherebbero a tuo danno; 23 ma il Signore, tuo Dio, le metterà in tuo potere e le getterà in grande spavento, finché siano distrutte. 24 Ti metterà nelle mani i loro re e tu farai perire i loro nomi sotto il cielo; nessuno potrà resisterti, finché tu le abbia distrutte.
25 Darai alle fiamme le sculture dei loro dèi. Non bramerai e non prenderai per te l’argento e l’oro che le ricopre, altrimenti ne resteresti come preso in trappola, perché sono un abominio per il Signore, tuo Dio. 26 Non introdurrai un abominio in casa tua, perché sarai, come esso, votato allo sterminio. Lo detesterai e lo avrai in abominio, perché è votato allo sterminio.
Al v.18 ‘non temerle (le nazioni)’ mi ha ricordato Zaccaria e Maria. A entrambi viene detto da Dio ‘non temere’ ed entrambi, ascoltato l’annuncio dell’angelo chiedono :’come posso? com’è possibile?’
Oggi forse diremo in cuor nostro ‘queste nazioni sono più numerose di me; come potrò scacciarle?’ v.17.
Conviene invece ricordarsi ‘di quello che il Signore, tuo Dio, fece al faraone e a tutti gli Egiziani: le grandi prove che hai visto con gli occhi, i segni, i prodigi, la mano potente e il braccio teso, con cui il Signore, tuo Dio, ti ha fatto uscire.’
Le potenze di male,dentro di noi e nella storia, non devono più intimorire e far tremare, perchè come risponde l’angelo a Maria ‘nulla è impossibile a Dio’.
Quante volte abbiamo l’impressione che le forze avverse, fuori di noi ma anche dentro di noi, ci sovrastino e temiamo di non farcela. Come ritrovare sicurezza e fiducia? I°- “Ricordati…”: siamo facilmente smemorati rispetto ai doni, alle esperienze positive, a tutti coloro che ci sono stati “angeli” nel cammino. L’opera del Signore si è svolta “con mano potente e braccio teso”, anche se abbiamo capito che la Sua è la potenza dell’amore. II°- “Il tuo Dio è in mezzo a te, Dio grande e terribile…”: Dacci, Signore, di fare l’esperienza rinnovata di questa tua presenza tra noi e in noi… Non temeremo più e la nostra realtà quotidiana ne sarà trasformata.
Il nostro testo torna a riproporre, in termini sempre più espliciti il problema-tema che abbiamo già incontrato e che potremmo raccogliere,in un quesito: Quando e come i nemici sono più da temere? E la,risposta ha una sua prima rassicurazione molto importante: quando sono,di fronte e noi come nemici che ci assalgono, o che noi dobbiamo,assalire, e appaiono molto più forti di noi, allora non sono da,temere! E questo verrà dal “ricordare”. Il ver.18 lo sottolinea con,una specie di “ripetizione”: “Questo ricordo tu ricorderai”. E’,importante a questo punto sottolineare che il “ricordo” è parte,integrante della preghiera ebraico cristiana. E’ intimamente connesso,con l’ “ascoltare”. Ascoltare è per ricordare. Ascoltare è ricordare. Ascoltare e ricordare è l’evento che ci unisce e ci pone di fronte al,nostro Signore che rinnova in noi il ricordo e con questo rinnova in,noi e per noi gli eventi della nostra salvezza. Infatti la potenza,della Parola fa si che la Parola stessa, ascoltata e ricordata, ci,porti dentro se stessa, e noi veniamo trasferiti nella Parola che,ascoltiamo e ricordiamo. Dunque perchè questi nemici non sono da,temere? Perché ricordiamo, così affermano i vers.18-19, tutto quello,che il Signore ha fatto per noi. Dice dunque che “abbiamo visto le,grandi prove con le quali il Signore ci ha fatto uscire dall’Egitto”. In realtà gli attuali ascoltatori del Deuteronomio non erano nati al,tempo dell’Egitto. E certamente neppure noi oggi! Ma l’ascolto e il,ricordo della Parola che narra quei fatti ci porta dentro di essi rende quei fatti attuali a noi, o meglio attualizza la nostra persona,e la nostra vita ai grandi eventi della salvezza, eventi che come,tali, cioè come atti della salvezza divina, sono sempre vivi e,presenti in ogni vicenda della storia del popolo di Dio e dell’intera,umanità. Dunque, ricordando e quindi rendendo presenti gli antichi,eventi della salvezza, non dobbiamo temere. Così il nostro testo fino,al ver.24. Dobbiamo temere invece quello che spetta a noi di trarre da tali,eventi! E’ la responsabilità che la fede stessa consegna alla nostra,storia. Dopo tutti gli eventi salvifici che concluderanno la sconfitta,del Nemico, insorge la potenza della sua seduzione idolatrica. E’,interessante notare qui come al cuore della storia di Israele e del,mondo non ci sia la “figura” della battaglia, ma ci sia quella delle,nozze! Alla battaglia ci pensa il Signore! Noi dobbiamo essere attenti,alle “nozze” che il Signore stabilisce con noi e che attua per noi con,tutti gli eventi della salvezza. Ma noi rimarremo fedeli al patto,d’amore che Egli stringe con noi nella storia? I vers.25-26 tornano,sul tema dell’idolatria, che è il tradimento del geloso vincolo,nuziale che il Signore ha stretto con noi. Che è la perenne seduzione,che gli dèi del mondo esercitano sul popolo di Dio. Adorazione di,ricchezza, di potere e di piacere mondano. Adorazione di noi stessi!,Idolatria come tutto quello che contraddice alla pura bellezza di una,vita giocata con Dio e per Dio. Dove tutti e tutto vengono accolti in,nome di Dio. Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.