34 Il Signore udì il suono delle vostre parole, si adirò e giurò: 35 “Nessuno degli uomini di questa generazione malvagia vedrà la buona terra che ho giurato di dare ai vostri padri, 36 se non Caleb, figlio di Iefunnè. Egli la vedrà e a lui e ai suoi figli darò la terra su cui ha camminato, perché ha pienamente seguito il Signore”. 37 Anche contro di me si adirò il Signore, per causa vostra, e disse: “Neanche tu vi entrerai, 38 ma vi entrerà Giosuè, figlio di Nun, che sta al tuo servizio; incoraggialo, perché egli la metterà in possesso d’Israele. 39 Anche i vostri bambini, dei quali avevate detto che sarebbero divenuti oggetto di preda, e i vostri figli, che oggi non conoscono né il bene né il male, essi vi entreranno; a loro la darò ed essi la possederanno. 40 Ma voi tornate indietro e incamminatevi verso il deserto, in direzione del Mar Rosso”.
41 Allora voi mi rispondeste: “Abbiamo peccato contro il Signore! Saliremo e combatteremo come il Signore, nostro Dio, ci ha ordinato”. Ognuno di voi cinse le armi e presumeste di salire verso la montagna. 42 Il Signore mi disse: “Ordina loro: Non salite e non combattete, perché io non sono in mezzo a voi, e sarete sconfitti davanti ai vostri nemici”. 43 Io ve lo dissi, ma voi non mi ascoltaste; anzi vi ribellaste all’ordine del Signore, foste presuntuosi e saliste verso i monti. 44 Allora gli Amorrei, che abitano quella montagna, uscirono contro di voi, vi inseguirono come fanno le api e vi batterono in Seir fino a Corma. 45 Voi tornaste e piangeste davanti al Signore; ma il Signore non diede ascolto alla vostra voce e non vi porse l’orecchio. 46 Così rimaneste a Kades molti giorni, per tutto il tempo in cui vi siete rimasti.
In quel “nessuno degli uomini di questa generazione malvagia vedrà la buona terra..” del ver.35 ci siamo dentro tutti, perchè nessuno è salvo per le sue opere! C’è dentro ciascuno di noi, e nella chiesa stessa, una realtà che non vedrà la terra, perchè è carnale, è di questo mondo. In questo senso Caleb del ver.36, che vedrà la terra “perchè ha pienamente seguito il Signore”, e Giosuè del ver.38, “che sta al servizio” di Mosè, sono la profezia di coloro che vi entreranno perchè si fanno piccoli come i bambini del ver.39. Possiamo ascoltare al proposito Matteo 18,1-14. Tra l’altro questi “figli che oggi non conoscono nè il bene nè il male, sembrano alludere all’albero proibito di Genesi 3 che è appunto l’albero della conoscenza del bene e del male. E’ l’albero che dunque rappresenta la presunzione dell’uomo di essere lui a capire e a decidere che cosa sia il bene e il male. E’ inevitabile domandarsi se tale rischio non si affacci anche sull’ipotesi di una “morale naturale” fatta passare come evangelica (!), che l’uomo potrebbe conoscere razionalmente e che come tale si imporrebbe anche al di là della fede. Ma il Vangelo è un’altra cosa!
Tutto questo comporta un “tornare indietro” che mi sembra suggerire l’idea dell’umiltà che accetta e vive positivamente l’umiliazione del peccato: tale forse è l’indicazione divina del ver.40.
Ma a questa ipotesi l’istinto carnale e mondano si oppone. Il peccato dunque, e la vicenda del peccatore, si trovano davanti a due ipotesi: o l’umiltà e l’umiliazione che citavamo prima, o il tentativo di “reagire” con le proprie forze e la propria iniziativa: “Abbiamo peccato contro il Signore! Saliremo e combatteremo come il Signore ci ha ordinato”(ver.41). Ma il ver.42 avverte: “..non combattete, perchè io non sono in mezzo a voi, e sarete sconfitti”. E mi sembra che quel “io non sono in mezzo a voi” non dica solo l’impossibilità di vincere senza il suo aiuto, ma, più profondamente, l’inutilità di un evento che non abbia come sua bellezza, sua verità e sua potenza la comunione tra Israele e il suo Signore, tra Dio e l’umanità! Perchè questo è lo scopo profondo di ogni vicenda! Ma a questo si ribellano e sono “presuntuosi”; questo termine è presente due volte nel Nuovo testamento: in Luca quando i due discepoli di Emmaus “forzano” il Signore a rimanere con loro; e in Atti 16, quando Lidia forza i discepoli a fermarsi a casa sua. Un uso positivo, dunque, del termine. Ma lo è appunto perchè è un “forzare” affinchè il Signore sia con noi! Invece nel nostro testo i figli di Israele sono “presuntuosi”, perchè pretendono di fare la volontà di Dio, e fare quello che prima non hanno voluto fare, con le loro forze, da soli. Per questo non potranno che essere sconfitti, e accettare l’umiliazione della loro disobbedienza a Dio e della loro sconfitta.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.