16 Circoncidete dunque il vostro cuore ostinato e non indurite più la vostra cervice; 17 perché il Signore, vostro Dio, è il Dio degli dèi, il Signore dei signori, il Dio grande, forte e terribile, che non usa parzialità e non accetta regali, 18 rende giustizia all’orfano e alla vedova, ama il forestiero e gli dà pane e vestito. 19 Amate dunque il forestiero, perché anche voi foste forestieri nella terra d’Egitto. 20 Temi il Signore, tuo Dio, servilo, restagli fedele e giura nel suo nome. 21 Egli è la tua lode, egli è il tuo Dio, che ha fatto per te quelle cose grandi e tremende che i tuoi occhi hanno visto. 22 I tuoi padri scesero in Egitto in numero di settanta persone; ora il Signore, tuo Dio, ti ha reso numeroso come le stelle del cielo. 1 Ama dunque il Signore, tuo Dio, e osserva ogni giorno le sue prescrizioni: le sue leggi, le sue norme e i suoi comandi.
Post correlati
2 Commenti
Lascia un commento
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
Le categorie
- Audio (1.009)
- Audio e Video (623)
- Dalla Chiesa e dal mondo (168)
- Giovanni scrive… (515)
- Giuseppe scrive… (2)
- Incontri e approfondimenti (446)
- La lectio quotidiana (4.668)
- Le nostre notizie (1.008)
- Letture domenicali e festività (842)
- Senza categoria (8)
- Video (149)
Telegram
Archivi
Gli ultimi articoli pubblicati
- Festa dei Ss. Arcangeli Michele, Gabriele, Raffaele – 29 settembre 2023
- Matteo 22,41-46
- Matteo 22,34-40
- Matteo 22,23-33
- Omelia di d. Giuseppe Scimè – XXV Domenica del tempo ordinario (Anno A) – 24 settembre 2023
- Matteo 22,15-22
- Le Letture e i canti di domenica 1 ottobre 2023 – XXVI Domenica del T. O. (Anno A)
- Matteo 22,11-14
- Omelia di d. Francesco Scimè – XXV Domenica del T. O. (Anno A) – 24 settembre 2023
- Omelia di d. Andrea Bergamini – XXV Domenica del tempo ordinario (Anno A) – 24 settembre 2023
Amo molto questo ver.16 perchè indica con chiarezza che il problema maggiore è sempre quello del nostro uomo interiore, della nostra più intima personalità. Su quello bisogna vigilare e operare. D’altra parte abbiamo il regalo di questa quotidiana visita alla nostra interiorità da parte della Parola di Dio. Mi è sempre più chiaro che anche il mio dovere ministeriale di predicazione non può che essere sempre più un tentativo di comunicazione-comunione a partire dalla mia più profonda e concreta esperienza interiore. Mi pare di sperimentare molto concretamente il desiderio e la potenza della Parola ad invadere la mia persona, a muoverla e a commuoverla. Mi capita ancora adesso, in tarda età, di sorprendermi di pensieri e propositi mai prima nutriti. Mi pare che solo questo ascolto quotidiano possa rappresentare la fonte di una certa continua “novità”.
Per quanto riguarda il ver.17 spero non sia irriguardoso il pensiero in certo senso ironico che mi prende davanti alle dichiarazioni di “grandezza” da parte del nostro Signore! Mi sembra difficile da conciliare con la sua attenzione appassionata e affettuosa per le “piccolezze”, come ascoltiamo dalle sue indicazioni date ai vers.18-19. Vedo che gli dèi della mondanità che mostrano e vantano sempre le loro grandezze difficilmente si accorgono dei piccoli e delle piccolezze. Per quanto riguarda ad esempio il “forestiero”, mi sembra di cogliere come un’esperienza diretta del Signore, esiliato insieme al suo popolo e partecipe del loro esilio e della loro schiavitù. Dire che è “grande, forte e terribile” non mi sembra la descrizione più profonda della sua Persona. Penso a Gesù…Però devo ammettere che se cammino per questo sentiero arrivo a immagini troppo “pazze” del Paradiso e del regno di Dio, e anche della Chiesa.
Mi sembra molto importante e bella al ver.21 quell’ “appropriazione” del rapporto con Dio che diventa la “tua” lode, il “tuo” Dio! La novità dei pensieri e dei sentimenti che la fede ci dona sono sempre il frutto della nostra relazione diretta con Lui. Questo è il principio di una morale “affettuosa”: obbedisco a mio padre perchè gli voglio bene in una relazione profonda di conoscenza e di affetto che lui stabilisce con me!
Con una scelta stupefacente il ver.22 mette in relazione la grandezza del popolo di Dio con le promesse divine fatte ad Abramo per la sua fede. Dunque, al ver.1 del cap.11, “ama il Signore tuo Dio. e osserva ogni giorno le sue prescrizioni e le sue leggi..”. La versione greca rende perfettamente il testo ebraico e suggerisce che bisogna “osservare le sue osservanze”, o “custodire le sue custodie”. Allora questa “osservanza” diventa accoglienza cordiale del suo dono, e gioia di poterci vivere dentro. Scusate, ma oggi le cose vanno in questa direzione un po’ sbarazzina. Pensate voi a correggere il tiro.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Oggi è evidente che il popolo di Dio è chiamato ad essere diverso da tutti i popoli perchè il loro Dio è diverso dagli dei delle nazioni. Oggi questo si vede da come Dio si rapporta agli stranieri: Israele è chiamato ad amare gli stranieri perchè Dio stesso li ama (v. 18), come ama il suo stesso popolo, e “dà loro cibo e vestiti”. Israele stesso ha provato questo, perchè erano stranieri e Dio diede loro cibo e vestito (cap.8). Il popolo ha anche sperimentato che Dio è “grande e terribile” perchè hanno visto con i loro occhi che Dio ha fato cose grandi e tremende per loro: hanno visto le sue opere per loro. La “circoncisione del cuore” che Dio chiede al suo popolo al v. 16 è l’invito a una grande apertura. “Circoncidete “la durezza del vostro cuore”, cioè toglietela, aprite il cuore e la mente alla novità che il Signore porta. E dunque ricorda e canta: “Egli è la tua lode, egli è il tuo Dio”, egli è il tuo “vanto” (LXX). “Non è più la circoncisione che conta, nè la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura… non ho altro vanto che la croce del Signore” (S. Paolo in Gal). Dio ha fatto grandi e tremende opere per il suo popolo (v.21), e questo per il popolo ha due conseguenze, entrambi ricollegabili al grande comando dell’amore: “Ama dunque il Signore” (v.1); e “ama dunque il forestiero” (v.19). A “imitazione” di Dio, il popolo è chiamato all’amore. Questo è forse il senso del comando di “circoncidere la durezza del cuore con cui comincia il brano di oggi. E questa stessa azione richiesta all’uomo non può essere compiuta che per opera di Dio: “Io stesso circonciderò il vostro cuore” (Dt 30:6)