Mi è capitato di ascoltare alla radio la notizia che il nostro carcere di Bologna è quello messo peggio in tutta Italia…

Anch’io ho sentito questa notizia. Al di là delle gare a chi è messo peggio, resta che lo scandalo della condizione carceraria diventa un peso tremendo per il nostro paese. Bisogna far molta attenzione a non giudicare e colpevolizzare chi più facilmente può essere indicato come la causa immediata dei molti e gravi – quanto inutili! – disastri che ogni giorno si consumano.Tutto il sistema carcerario è vittima dello stravolgimento che soprattutto negli ultimi anni esso ha subito sia dalla produzione legislativa, sia dalle regole e dai regolamenti emanati a livello governativo. Il vero colpevole è quindi il sistema politico, o meglio la violenza politica che agisce per condurre la cittadinanza verso una crescente sottocultura dell’emarginazione e dell’esclusione.

Se si fa attenzione alla normale chiacchera della gente viene da pensare che mezza Italia dovrebbe stare in carcere. In questo modo anche i delicati equilibri che consentono sia pure con grande fatica di garantire un minimo di legittimità ad una legalità sempre più dubbia vengono sconvolti. Fa molto pensare la solidarietà che prima i carcerati di Bologna e ora quelli di Ferrara esprimono nei confronti di Marco Pannella nel suo digiuno di protesta al quale loro stessi si sono uniti.

Il caldo di questi giorni mi riempie di preoccupazione perchè sono i momenti più drammatici per la vita quotidiana dei detenuti. Chi ha voluto proclamare ed esigere la punibilità carceraria per molte trasgressioni nell’universo della droga. Chi è pronto ad aggredire chi cerca di trovare le condizioni per misure alternative…Chi non è agile e sapiente nell’accettare le proposte per portare in carcere possibilità di attività lavorative…

E’ tutto un sistema che più o meno coscientemente contribuisce ad una situazione tanto ingiusta quanto dannosa e dolorosa. Proviamo a chiedere che la città si fermi un momento per ascoltare e cercare tutti insieme qualche strada che eviti disastri più gravi. Una città come Bologna che tutta insieme pensasse, gridasse e operasse forse farebbe pensare qualcuno. Ho letto di un gruppo di detenuti che hanno potuto fare un pezzo di pellegrinaggio di alcuni giorni lungo l’antica “Via Francigena”. Che sia un segno che si può partire per una nuova speranza?

Buona Domenica. d.Giovanni. 26 giugno 2011