dispacci da crevalcoreDomenica 14 dicembre 2014, Cooperativa Sammartini, Club Dossetti.

Maurizio Garuti intervista Florio Cavani, autore del libro “Dispacci da Crevalcore”, sui giornali, negli archivi e nei rapporti di polizia, Vol I, 1898-1918, EIR 2014.
I giornali sono il Resto del Carlino e Avvenire.

Appunti di sintesi sull’incontro:

Florio Cavani è nato a Crevalcore nel 1953 da una famiglia di mezzadri – erano in 13 in famiglia – e, laureatosi in scienze politiche, è stato sindaco di Crevalcore dal 1984 al 1992. Ora è presidente della Geovest. Appassionato di storia, ha studiato le vicende del movimento operaio e contadino del nostro territorio.

Un rapporto del Questore di Bologna al Prefetto nel 1901 riferisce che “queste popolazioni agricole vengono per amore o per forza avvinte tutte al socialismo”.

Lettura di alcuni brani dal libro.

1901: Lavoratrici della tenuta Torlonia scioperano per protestare per la paga giornaliera di 80 centesimi. L’orario di lavoro era dalle ore 5 alle 19. Chiedono di ridurre a 6-18.

Altre di Bolognina protestano per avere una lira al giorno. Vengono mandati 8 soldati di fanteria a Crevalcore per mantenere l’ordine pubblico.

Lettura di un manifesto per il I Maggio, un po’ retorico e di linguaggio poco adatto alla cultura della gente di questi luoghi.

Non solo notizie sul movimento operaio, ma anche sulla vita della gente in generale.

Fondi raccolti da Crevalcore per il terremoto di Messina del 1908.

Caduti di Crevalcore nella guerra 1915-1918: 895.

La prima cooperativa fu quella dei birocciai. Furono sciolte dal governo fascista e ricostituite nel 1946.

1901. Il rev. Don Consolini contestato dal socialista on. Giacomo Ferri per le sue conferenze nella chiesa della Concezione pro Democrazia cristiana.

1907. Schiaffeggiato dal sig. Carlo Bergonzini il rev.do Augusto Raspadori.

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