Caro don Giovanni, io approvo molto il fatto che lei in queste settimane non sia mai intervenuto con la sua rubrica nella vicenda di Luana. Lei pensa che, passati questi giorni difficili, si potrà tentare una riflessione insieme? Dicendo "insieme" penso a noi credenti che abbiamo bisogno di capire come comportarci davanti a cose sempre nuove e sempre più difficili. Con stima. Messaggio firmato

Caro amico, il suo messaggio si è incorociato per me con un testo del Vangelo secondo Luca che è entrato questa mattina nella mia preghiera. Vi si narra di una donna inferma da diciotto anni e si dice di lei che "era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta". Gesù pone le sue mani su di lei e la libera dalla sua malattia. Lei finalmente si rialza e glorifica Dio. L’obiezione del capo della sinagoga per un’opera fatta di sabato porta Gesù a dire che il giorno in cui non si possono fare opere è proprio quello in cui deve compiersi l’opera di Dio che vuole liberare ogni persona verso una vita nuova, di bellezza e di lode. Mi sembra una proposta culturale interessante. Gesù afferma il primato del bene della persona coinvolta da protagonista nel problema. Qual’è il bene per lei? Con il messaggio che mi ha inviato lei mi consente di avviare una riflessione che credo non solo necessaria ma anche urgente, perchè ci troviamo in una condizione di emergenza, condizione che peraltro io considero di grande valore e di grande opportunità. Sta succedendo infatti che ogni giorno la nostra coscienza debba assumere problemi morali che in altri tempi non si ponevano. Dobbiamo, insomma, "decidere" molto di più. Un tempo molte questioni non si ponevano perchè la "natura" compiva il suo inarrestabile corso. Oggi non è così. La potenza scientifica dell’uomo sempre più trasforma "fatalità" in possibilità delle quali bisogna decidere. L’orizzonte della moralità si amplia. E’ chiaro che questo spalanca a noi appuntamenti di responsabilità anche molto difficili. E quindi siamo esposti a rischi più gravi di "immoralità". Questo io lo vedo con trepidazione, ma anche con gratitudine. Si potrebbe dire, con molta prudenza, che Dio tende a coinvolgerci nei suoi "problemi", e a farci partecipi corresponsabili di quello che prima era riservato e delegato ai limiti e alle possibilità della natura. Questo può far paura, ma è bello. E in ogni caso è inevitabile. Don Lorenzo Milani è morto appena in tempo per non vedere che la giustizia umana condannava chi invitava a non cedere alle leggi della guerra. Oggi, pochi anni dopo, questo non si pone più. Nessuno può dire che è rigorosamente bene mettersi nella condizione di uccidere e di morire in una guerra. Ma tanti altri problemi, forse molto più delicati e complessi, si pongono alla coscienza contemporanea.
Appena riusciamo a lasciar svanire un’attenzione che rischia di essere rivolta più alla polemica politica che al bene della donna inferma da diciotto anni, sarà bene che cerchiamo di aiutarci ad affrontare e a risolvere insieme sfide e problemi che consideriamo importanti non solo perchè sono inevitabili, ma anche, e soprattutto, perchè consentono di cogliere e accogliere nuove potenze e nuove luci che il Vangelo può regalare alla storia dell’umanità. Buona Domenica. d.Giovanni.