1,1 Cantico dei cantici,
che è di Salomone.
2 Mi baci con i baci della sua bocca!
Sì, le tue tenerezze sono più dolci del vino.
3 Per la fragranza sono inebrianti i tuoi profumi,
profumo olezzante è il tuo nome,
per questo le giovinette ti amano.
4 Attirami dietro a te, corriamo!
M’introduca il re nelle sue stanze:
gioiremo e ci rallegreremo per te,
ricorderemo le tue tenerezze più del vino.
A ragione ti amano!
Entriamo oggi nel grande dono di Dio. Lo è ogni sua Parola, ma forse qui ci troviamo alla fonte di tutto. Qui tutte le fedi, tutti i pensieri e le filosofie, qui tutte le ideologie, qui tutta la storia, s’incontrano e si lasciano sfidare da una domanda, da una provocazione, da una canto:”… e se tutto fosse il mistero dell’Amore?”. Non dico altro perchè mi vergogno della mia incredulità e della banalità dei miei pensieri. Chiedo per tutti noi un breve felice cammino in questi 117 versetti, mirabilmente collocati quest’anno tra il Libro del Levitico appena terminato e la grande Festa ormai vicina. Per noi questo, e questa stessa successione di parole e di eventi, è la via semplice e buona per metterci appunto davanti ad un interrogativo assoluto: “… e se tutto fosse l’Amore?”. Domanda e provocazione che spero muova in noi non solo l’interrogazione, ma anche e soprattutto la preghiera, in una preoccupazione affettuosa per la comunità ecclesiale e il suo attuale faticoso e strano cammino, per la vicenda delle nazioni tanto violenta e angosciata,e per l’esile cammino nella vita di ciascuno di noi. Che tutto si raccolga nell’Amore. Amore nel quale è Dio che, il più umile di tutti noi, accetta di lasciarsi raccogliere. Nell’Amore tutto diventa più importante e più irrisolvibile. Più drammatico, ma anche più sorridente. Più delicato e più affettuoso. Tutto diventa più importante. Ci lasceremo sedurre dall’Amore? Chiediamolo insieme.
Il Cantico dei Cantici, che vuol dire il più bello dei cantici, il cantico per eccellenza, è di Salomone (ver.1). Ma può essere anche “un canto a Dio”, perchè nel nome “Salomone” si dice “Colui cui appartiene la pace”, cioè Dio.
Il ver.2 è il desiderio di quello che viene dalla bocca di Dio: la sua Parola, che è “i baci della sua bocca”, e che veramente è “baci”, i più dolci, i più irrinunciabili, quelli di cui si ha sempre nostalgia e desiderio. Sono tenerezze-carezze (nella versione greca sono “i suoi seni”) più dolci del vino, di ogni bevanda inebriante.
Questi baci sono anche profumo (ver.3) che si effonde e si diffonde, come quello dell’unguento di Maria di Betania che, cosparso da lei sui piedi di Gesù, riempie tutta la casa. Questa casa è un po’ come il mondo. Dice infatti: “per questo le giovinette ti amano”, che spesso nella Scrittura rappresentano le nazioni, per dire che l’amore tra Dio e il suo popolo si espande verso il mondo intero.
Il ver.4 convoca la nostra attenzione sui due protagonisti del Cantico: il Re e la fanciulla, la pastora. Non la Regina, ma un nome “collettivo” che infatti anche qui passa dal singolare che designa l’amata, al plurale che ci coinvolge:”Attirami… m’introduca… gioiremo e ci rallegreremo… ricorderemo… “. Questo “ricordare” è così importante che le versioni lo rendono anche con “celebreremo”, “ameremo”.
Questi quattro versetti sono considerati l’introduzione al Cantico.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
In pochi versetti compaiono tanti fattori importanti nella relazione d’amore: il nome (così pregno di significato per chi ama, e ripetuto, sussurrato…), il bacio (nella sua forza espressiva e comunicativa), il profumo, il calore della casa, le cose fatte insieme, come il correre e il rincorrersi (v.4), immagine di vitalità e di gioia irrefrenabile. “Le tenerezze-carezze” (la Bibbia di Ger. dice “i tuoi amori”) sono inebrianti… Non è un amore geloso: infatti, la sposa che parla sa che anche le altre “giovinette” amano questo re e sposo. “Come è giusto amarti!. Gioia ed esultanza per tutti…
Mi ha colpito al v.4 :’Attirami dietro a te corriamo!’ , o ‘correremo’. Ho notato una certa immobilità della sposa, di Israele, dell’uomo, della Chiesa. Il movimento non è autonomo ma dipendente.
Nonostante si conoscano il profumo inebriante dello Sposo e le sue tenerezze dolci più di ogni cosa la sposa senza lo Sposo è ferma, non è in movimento, viva.
Mi verrebbe anche da dire, forse ereticamente, che anche lo Sposo senza quella presenza da convocare, da attirare a sé, mancherebbe di qualcosa. Se nessuno potesse percepire, sentire, inebriarsi e innamorarsi del Suo profumo a che servirebbe?
Nel commento di Rashi al v.4 ‘a ragione ti amano’ è ‘rettamente ti hanno amato’. Mi pare di aver capito che allude a Israele che si è fidato nel Signore e lo ha seguito nel deserto, in una terra arida e desolata, perché lo amava e credeva in Lui.
Mi colpisce il v. 4 “Attirami dietro a te, corriamo!M’introduca il re nelle sue stanze:
gioiremo e ci rallegreremo per te,
ricorderemo le tue tenerezze più del vino.” Mi piace ascoltare queste parole come rivolte all’Amore. E non sto a fare distinzioni tra l’amore tra un uomo e una donna, l’amore dei fratelli, l’amore degli amici, l’amore dei genitori, l’amore di Dio. Perché l’amore è uno, è sempre divino, in quanto è l’espressione più alta del sentire umano. Mi piace l’idea di andare dietro all’amore, correre dietro all’amore. Questo amore che ci precede. E’ qualcosa che nasce in noi, poi però ha le sue leggi, la sua logica, in un certo senso è anche fuori di noi. Ci precede. E se noi non ci ricordiamo dell’amore, sarà lui che si ricorderà di noi. Mi viene in mente la conclusione della bellissima poesia “Quest’amore” di Prevert “Noi che siamo amati
Noi ti abbiamo dimenticato
Tu non dimenticarci
Non avevamo che te sulla terra
Non lasciarci diventare gelidi
Anche se molto lontano sempre
E non importa dove
Dacci un segno di vita
Molto più tardi ai margini di un bosco
Nella foresta della memoria
Alzati subito
Tendici la mano
E salvaci.”
Da oggi ci illumina davvero il più sublime dei Cantici, dove la seduzione non è poi così sottile, ma spudoratamente evidente.
E quasi si desidera che questo magnetismo dell’attrazione, perduri in eterno.
Dove lo sconvolgimento è totale, come è totalizzante un Amore forte, qualsiasi tipo di Amore, come dice bene Lucy.
Lasciaci attrarre da Te e sedurre dal tuo Amore, Signore.
Fai che il tuo Spirito pervada questa umanità sofferente e conducila verso una Pace vera.
Perciò, ecco, l’attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. Osea 2.16
Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre. Geremia 20.7