1Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Timòteo, 2ai santi e fedeli fratelli in Cristo dimoranti in Colossi grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro! 3Noi rendiamo continuamente grazie a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, nelle nostre preghiere per voi, 4per le notizie ricevute della vostra fede in Cristo Gesù, e della carità che avete verso tutti i santi, 5ain vista della speranza che vi attende nei cieli.
Colossesi 1,1-5a

Questo “inizio del cammino” nella Lettera ai Colossesi è occasione buona per sottolineare che il “genere letterario” delle “Epistole” è molto prezioso per ricordare che il nostro rapporto con la Parola di Dio si può bene intendere come una “lettera” che noi riceviamo dal Signore.
Dal Signore Gesù, infine! E’ Lui infatti che “parla” attraverso le parole dell’autore biblico, sia egli Paolo, o magari un altro di cui ci dicono le introduzioni degli studiosi che troviamo nelle nostre bibbie.
Sono “lettere” assolutamente attuali! E sono sempre rivolte a noi! A ciascuno di noi e a noi tutti insieme, e insieme a tutti i nostri fratelli di fede e insieme a tutta l’umanità, che il Signore salva nella Persona, nella Parola e nell’Opera di Gesù, il Figlio di Dio e Figlio dell’Uomo!
Quindi, anche questa antica Lettera inviata da Paolo ai cristiani di Colosse, è inviata oggi a noi in assoluta e urgente attualità.
Ma non c’è bisogno che io continui ad affliggervi con queste “chiacchere”, perché tutto questo voi già lo sperimentate e lo conoscete nel vostro quotidiano cammino nella Buona Notizia di Gesù!
Nel linguaggio biblico il termine “santi” che troviamo al ver.2 vuole dire e ricordare che tutti abbiamo ricevuto il dono dello Spirito Santo.
Anche Paolo e Timoteo, che si rivolgono oggi a noi come “apostoli”, cioè come mandati da Dio a noi con l’autorità che essi hanno per la Missione che a loro è stata affidata da Dio! La parola “apostolo” proviene infatti da un verbo della lingua greca che significa “mandare”.
Essi sono mandarti oggi a noi per regalarci la Parola di Dio!
Tale è l’incessante “miracolo” della Parola di Dio!
Il termine “credenti”, vicino alla parola “santi”, vuol dire che abbiamo ricevuto anche il supremo dono della “fede”! La fede no né un merito, ma un dono. E se mai, è l’obbedienza al dono che abbiam ricevuto. Un dono e non una nostra conquista o un nostro merito!
Questa parola ci porta con Sé e in Sé o due grandi doni della grazia e della pace! Grazia significa ancora “dono”, e questo dono è la presenza, la relazione e la comunione che Dio ha stabilito con noi nella Persona di Gesù!
La preghiera di Paolo e di Timoteo per i cristiani Colossesi, e per noi oggi, è preghiera di ringraziamento a Dio, “Padre del Signore nostro Gesù Cristo” (ver.3).
Ed è ringraziamento per il supremo donno della fede, della carità e della speranza.
Sembra che la citazione della speranza al ver.5, dove dice “a causa della speranza che vi attende nei cieli”, dia alla speranza un rilievo particolarmente grande, come fosse in certo modo la fonte e la custodia anche della fede e della carità.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.