Caro don Giovanni, pur apprezzando il suo coraggio, che non è solo nei suoi pensieri e nelle sue parole, ma anche nella concretezza di un’accoglienza che so essere generosa, sento il desiderio, come mamma molto anziana, di darle un consiglio e le chiedo di accogliere queste due parole proprio come da una sua mamma: non le sembra che sarebbe necessaria una maggiore prudenza nell’accogliere tutte queste sempre più numerose popolazioni straniere?
Grazie a lei, cara mamma anziana – magari abbiamo la stessa età! – per le sue parole che vogliono esprimere insieme affetto e saggezza! Avverto anch’io, ogni giorno, il bisogno urgente di saggezza per rendere vero ed efficace anche l’affetto. Per accogliere questi nostri fratelli, stranieri come lingua e come terra, ma appunto del tutto “nostri” come fratelli, figli tutti dello stesso Padre, dobbiamo prima di tutto convertirci a pensieri nuovi e veri. E per parlare di “pensieri nuovi” mi piace oggi fare ancora riferimento a fatti “antichi”! Penso non possiamo dimenticare che questi “arrivi” di oggi hanno un passato molto delicato e spinoso in altri “arrivi” che le potenze europee fino a neanche cento anni fa hanno compiuto, e anche noi italiani con loro, verso la grande terra d’Africa che abbiamo violentato e saccheggiato, con conseguenze gravi che durano fino ad oggi. Quando sono stato in alcune occasioni in Eritrea, ho visto anche il buon ricordo che degli italiani si ha in quella terra che è stata colonia del nostro “impero”: anche noi abbiamo combinato dei guai, anche gravi, ma degli invasori italiani si ha ancora un buon ricordo. Allora, abbiamo il buon esempio dei nostri “vecchi” e ancora la stima di molti eritrei. Mi piace sperare che anche noi possiamo celebrare una pace accogliente con questi nostri fratelli! Buona Domenica a lei e a tutti i cari lettori del Carlino.
Giovanni di Sammartini e della Dozza.
Nota: Articolo pubblicato su “Il resto del Carlino – Bologna” di domenica 25 febbraio 2018 nella rubrica “Cose di Questo mondo”.