Molti messaggi e telefonate di gente molto varia e una domanda sempre pressappoco uguale: “Ti piace? Sei contento?”. Certo, che lo sono! E lo sono ancora di più quando ho saputo che l’Arcivescovo Carlo resta qui con noi. E per far contenti anche quelli che le avessero lette ricopio qualche parola che il Vescovo Matteo ha indirizzato a tutti noi della Chiesa che è in Bologna:
«Carissimi e carissime, mi rivolgo a voi con la familiarità che c’è per l’essere fratelli e sorelle …Sono pieno di stupore: la vita del Vangelo apre sempre nuovi orizzonti, impensati, imprevedibili, appassionanti. È lo stupore di Pietro quando vede i tanti frutti inaspettati e si rende conto di quanto è peccatore. Conosco il mio limite e lo avverto ancora di più pensando alla lunga storia di santità della vostra chiesa di Bologna. Vogliatemi bene e vogliatemi bene per quello che sono. Il vostro amore mi cambierà. Mons. Romero amava dire: <Io credo che il Vescovo ha sempre molto da apprendere dal suo popolo> …Camminerò volentieri assieme a voi, perché la Chiesa è mistero di comunione, famiglia dove paternità e fraternità non possono mai pensarsi una senza l’altra…. Ringrazio e sento la responsabilità di seminare con voi, perché altri possano raccogliere frutti… Gesù non condanna ma usa misericordia <invece di imbracciare le armi del rigore>, come diceva Giovanni XXIII… A cinquant’anni dal Concilio voglio provare, con voi, a guardare il mondo e ogni uomo ancora con quella “simpatia immensa”, volendo la chiesa di tutti, proprio di tutti, ma sempre particolarmente dei poveri. Insieme faremo un pezzo di strada. Con la gioia del Vangelo. Mi perdonerete all’inizio qualche inflessione romana. Ma c’è una parola che imparerò subito, perché voi la pronunciate con un accento che mi ha sempre ricordato un tratto molto materno: <teneressa>. È quello che chiedo alla Madonna di San Luca, perché mi e ci protegga».
Che bellezza, vero? Buona Domenica al Vescovo Matteo e a tutti voi.
Giovanni della Dozza.
Domenica 1 novembre 2015.