Caro Giovanni, essendo una delle ultime casalinghe della storia, consumo i miei giorni in una specie di grande ritiro nell’attesa quotidiana del ritorno a casa di mio marito e dei miei quattro figli, contenta di servire con affetto le loro vite molto più brillanti e importanti della mia. Questo mi consente di pensare a tante cose. Sai che sono una parrocchiana abbastanza fedele, almeno quanto basta per attendere in questi giorni l’inizio del nuovo anno liturgico. Ho pensato di entrare nella tua rubrica domenicale con un pensiero che penso possa venire a molte altre persone, anche tra quelle che ascoltano il commento alla Parola di Dio così abbondante e chiaro nella nostra Messa domenicale. Se al di là della Parola guardo alla storia piccola e grande in cui ci troviamo a vivere, anche noi cristiani cattolici, mi sembra che abbia ragione quel personaggio del Gattopardo che tu citavi quando dice che bisogna che tutto cambi affinchè non cambi niente. Dove sta la novità che ci prepara l’anno nuovo? Scusa lo scetticismo. messaggio firmato

Carissima Paola, non posso che riservare un’attenzione privilegiata al tuo messaggio che viene così opportunamente a visitarmi mentre aspettiamo questa domenica di Avvento che apre il nuovo anno liturgico. Mi sembra di dover subito dire la mia piena condivisione al tuo "scetticismo". Nel grande tesoro della Parola di Dio c’è quel terribile meraviglioso Libro dell’Ecclesiaste che propone il suo famoso motto circa la vanità delle vanità, e il nulla di nuovo sotto il sole. E’ Parola di Dio! Se la cronaca quotidiana fosse rigorosamente scettica, mostrerebbe di aver fatto grandi passi . Invece siamo indotti e quasi costretti ogni giorno a lasciarci informare su grandi miti, grandi illlusioni, grandi falsi astri di verità e di giustizia. Adesso poi sono di moda anche le grandi Cassandre apocalittiche circa la sorte fisica del mondo; e la seduzione del sensazionale, anche se increscioso, diventa coimpiacimento di un preteso pensiero alternativo. Ma Erode e Pilato, anche se nemici tra loro, sono di fatto amici nelle stesse logiche di pensiero e di azione. Il vero, unico avversario è Lui, Gesù di Nazaret. E lo è, nota bene, per come grida al mondo intero il divino progetto della pace universale, di un’universale accoglienza reciproca delle diversità. Sempre più mi è chiaro che Gesù rifiuta di lasciarsi omologare tra i fondatori delle religioni o i portatori di una civiltà nuova. Lui non è Uno tra gli altri, magari quello che ha più ragione di tutti. Lui è l’ultima verità di tutti e di tutto. Scettico anche lui di fronte ad ogni pretesa di verità realizzata e di etica pienamente adempiuta, Gesù invita l’universo a continuare un cammino di ricerca e di accoglienza della sua sapienza. Per questo il nostro compito di discepoli e di figli di Dio è sublime e terribile: perchè noi siamo dei fuori-gara. Le Scritture di questa Domenica ci paragonano al Patriarca che costruiva una barca in montagna pretendendo di farci entrare tutta la creazione da salvare. Non per dire che non si deve più mangiare nè bere, nè ci si deve più sposare… ma che adesso tutto deve essere vissuto e fatto in modo radicalmente nuovo. Le armi devono esserci, perchè bisogna combattere una guerra decisiva. Ma non possono più essere le armi vecchie che uccidono, bisogna che siano opere della luce che danno la vita ed edificano. Per questo mi piace molto la tua vita, così come me la scrivi nel tuo messaggio. Una vita veramente "apocalittica": nella silenziosa dedicazione della tua vita, nell’affetto con il quale servi la giornata laboriosa dei tuoi cari, nel segno di umile fedeltà che certamente tu sei per loro…Sei una di quelle due donne che macinano alla mola nel Vangelo di oggi: sembri come tutte le altre, ma ti porti dentro ed esprimi con umile certezza la speranza nuova dell’amore di Dio. Con molto affetto. Giovanni.