18 Simone, vedendo che lo Spirito veniva dato con l’imposizione delle mani degli apostoli, offrì loro del denaro 19 dicendo: «Date anche a me questo potere perché, a chiunque io imponga le mani, egli riceva lo Spirito Santo». 20 Ma Pietro gli rispose: «Possa andare in rovina, tu e il tuo denaro, perché hai pensato di comprare con i soldi il dono di Dio! 21 Non hai nulla da spartire né da guadagnare in questa cosa, perché il tuo cuore non è retto davanti a Dio. 22 Convèrtiti dunque da questa tua iniquità e prega il Signore che ti sia perdonata l’intenzione del tuo cuore. 23 Ti vedo infatti pieno di fiele amaro e preso nei lacci dell’iniquità». 24 Rispose allora Simone: «Pregate voi per me il Signore, perché non mi accada nulla di ciò che avete detto». 25 Essi poi, dopo aver testimoniato e annunciato la parola del Signore, ritornavano a Gerusalemme ed evangelizzavano molti villaggi dei Samaritani.
Messa dalla Dozza – Atti 8,18-25
At 8,18-25 Omelia dialogata alla Dozza
At 8,18-25 Omelia dialogata a Sammartini
COMMENTO Famiglie della Visitazione:
Mi piace oggi sottolineare, nella Parola che il Signore ci regala, la conversione di questo Simone, una conversione molto più notevole e profonda rispetto a quella che troppo istintivamente ci si aspetterebbe e che quindi si pensa di leggere nel testo stesso.
Facciamo attenzione alla prima parte del testo, dove si parla di questo Simone, che, come prima presentazione, è uno che pratica la magia e fa strabiliare gli abitanti della Samaria spacciandosi per un grande personaggio. Questo richiama l’attenzione di tutti: al versetto 10 si dice che piccoli e grandi dicevano “Costui è la potenza di Dio quella che è chiamata grande”.
Però, in realtà, procedendo nell’ascolto di questa parola, si scopre una cosa molto singolare e cioè che di tutta questa fama lui non è poi così contento; si potrebbe pensare che vuole fare ancora più carriera, ma le parole del testo sembrano suggerire che quest’uomo cerchi alla fine in modo più o meno consapevole qualche cosa di più vero e di più profondo.
Le cose cambiano fin da quando la predicazione di uno degli apostoli, la predicazione di Filippo, “che annunciava il vangelo del regno di Dio e del nome di Gesù Cristo”, fa sì che anche Simone si metta in fila e si faccia battezzare: al versetto 13 ci viene detto che dopo questo battesimo la sua vita cambia radicalmente, perché egli sta “sempre attaccato” a Filippo. C’è qualche cosa evidentemente che lo ha sedotto: “rimaneva stupito nel vedere i segni e i grandi prodigi che avvenivano da parte di Filippo”.
Così, procede, cammina meravigliosamente l’annuncio del vangelo e quindi il nostro racconto si sposta a Gerusalemme, dove ci fa incontrare con le persone di Pietro e di Giovanni, che con la loro predicazione della Parola del Signore si spostano nella zona di Filippo e chiedono al Signore la dilatazione del dono dello Spirito.
Qui si pone una questione, che io non ho adesso il coraggio e la capacità di affrontare, ma che è molto importante: si tratta del dono dello Spirito Santo. Procedendo nella lettura del nostro testo si capisce che questo dono dello Spirito è essenziale per la fede e per il cammino della fede e quindi non è qualche cosa di più o di speciale, ma sembra il dato essenziale della vita nuova nella fede di Gesù.
Simone si incontra con questo fatto e “vedendo che lo Spirito veniva dato con l’imposizione delle mani degli apostoli, offrì loro del denaro”, per potere anche lui entrare in questa possibilità e in questa potenza. Pietro reagisce con grande severità: “hai pensato di comprare con i soldi il dono di Dio”! L’accusa che Pietro rivolgerebbe a Simone di essere legato a una vicenda di soldi per la verità sembra ingenua: Simone era semmai esposto a spendere, quindi a essere accusato caso mai di avere sperperato, per una finalità che in realtà non era per i suoi interessi, ma perché la gente ricevesse il dono dello Spirito Santo.
Inoltre, Simone con una certa umiltà accetta il rimprovero e rivolge a Pietro e agli altri una preghiera, che mi sembra affascinante: “Pregate voi per me il Signore, perché non mi accada nulla di ciò che avete detto”; domanda dunque di non essere punito, rinunciando peraltro costruire una sua autodifesa.
Le cose proseguono, perché dopo avere testimoniato e annunciato la Parola del Signore, gli apostoli ritornano a Gerusalemme ed evangelizzano nei dintorni della città in
molti villaggi dei Samaritani.
Dio vi benedica e voi benediteci. Francesco e Giovanni