39 Quando si fece giorno, non riuscivano a riconoscere la terra; notarono però un’insenatura con una spiaggia e decisero, se possibile, di spingervi la nave. 40 Levarono le ancore e le lasciarono andare in mare. Al tempo stesso allentarono le corde dei timoni, spiegarono la vela maestra e, spinti dal vento, si mossero verso la spiaggia. 41 Ma incapparono in una secca e la nave si incagliò: mentre la prua, arenata, rimaneva immobile, la poppa si sfasciava sotto la violenza delle onde. 42 I soldati presero la decisione di uccidere i prigionieri, per evitare che qualcuno fuggisse a nuoto; 43 ma il centurione, volendo salvare Paolo, impedì loro di attuare questo proposito. Diede ordine che si gettassero per primi quelli che sapevano nuotare e raggiungessero terra; 44 poi gli altri, chi su tavole, chi su altri rottami della nave. E così tutti poterono mettersi in salvo a terra.
Messa Ritiro Villa S. Giacomo 10.08.2020 At 27,39-44 Introduzione e omelia
NOTA: Da venerdì 14 agosto 2020 inizia la Lectio continua del Vangelo secondo Marco. Leggeremo questo libro fino al 29 novembre prossimo.
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COMMENTO
Sembra di cogliere un singolare significato in questa vicenda di naufragio.
L’importante è forse considerare da subito l’ultimo versetto del nostro testo: “così tutti poterono mettersi in salvo a terra”. Letteralmente il testo dice “avvenne che tutti furono salvati sulla terra” (ver. 44).
Questo evento di salvezza ha una forma di svolgimento quasi ironico e quasi “scherzoso”.
Al ver. 39 si dice che “non riuscivano a riconoscere la terra” e che “notarono però un’insenatura con una spiaggia”. In tale direzione spingono la nave.
Progressivamente si liberano di tutto: levano le ancore e le lasciano andare in mare; allentano le corde dei timoni e, malgrado la bufera, spiegano la vela maestra e si muovono verso la spiaggia! Inevitabilmente, al ver. 41, “incapparono in una secca e la nave si incagliò”. La poppa si sfascia.
I soldati vogliono uccidere i prigionieri, affinché nessuno fugga. Qui interviene il centurione, che vuole salvare Paolo.
Ancora, stranamente “Diede ordine che si gettassero per primi quelli che sapevano nuotare e raggiungessero terra” (ver. 43). Difficile razionalmente comprendere perché restino per ultimi i meno esperti, “chi su tavole, chi su altri rottami della nave” (ver. 44).
Salvati per ultimi proprio gli inesperti, e con mezzi di fortuna, tutti poterono mettersi in salvo a terra.