10 Quando il governatore fece cenno a Paolo di parlare, egli rispose: «So che da molti anni sei giudice di questo popolo e parlo in mia difesa con fiducia. 11 Tu stesso puoi accertare che non sono passati più di dodici giorni da quando sono salito a Gerusalemme per il culto. 12 Non mi hanno mai trovato nel tempio a discutere con qualcuno o a incitare la folla alla sommossa, né nelle sinagoghe, né per la città 13 e non possono provare nessuna delle cose delle quali ora mi accusano. 14 Questo invece ti dichiaro: io adoro il Dio dei miei padri, seguendo quella Via che chiamano setta, credendo in tutto ciò che è conforme alla Legge e sta scritto nei Profeti, 15 nutrendo in Dio la speranza, condivisa pure da costoro, che ci sarà una risurrezione dei giusti e degli ingiusti. 16 Per questo anche io mi sforzo di conservare in ogni momento una coscienza irreprensibile davanti a Dio e davanti agli uomini. 17 Ora, dopo molti anni, sono venuto a portare elemosine alla mia gente e a offrire sacrifici; 18 in occasione di questi, mi hanno trovato nel tempio dopo che avevo compiuto le purificazioni. Non c’era folla né tumulto. 19 Furono dei Giudei della provincia d’Asia a trovarmi, ed essi dovrebbero comparire qui davanti a te ad accusarmi, se hanno qualche cosa contro di me. 20 Oppure dicano i presenti stessi quale colpa hanno trovato quando sono comparso davanti al sinedrio, 21 se non questa sola frase, che io gridai stando in mezzo a loro: “È a motivo della risurrezione dei morti che io vengo giudicato oggi davanti a voi!”».
Seleziona Pagina
COMMENTO Famiglie della Visitazione: Lunedì 27 e martedì 28 luglio 2020 – At 24,1-21
L’apostolo Paolo è il protagonista dei ver. 1-9.
Egli, come non pochi del popolo d’Israele, ha accolto e custodito la grande profezia, che ora si conclude nella divina presenza di Gesù, alla fine della secolare e fedele attesa del popolo eletto e ora protesa al dono della salvezza per tutte le Genti.
Proprio per questo nasce all’interno di Israele una dura resistenza, che non accoglie la Persona, la Parola e l’opera del Messia, vedendo in questo il tradimento e l’abbandono della Legge. C’è dunque una rivalità durissima, che accusa la presenza di un tradimento da parte di chi si è costituito in una “setta” nemica della tradizione ebraica.
Paolo è accusato, ai ver. 5 e 6: “quest’uomo è una peste, fomenta disordini fra tutti i Giudei che sono nel mondo ed è un capo della setta dei nazorei. Ha perfino tentato di profanare il tempio e noi l’abbiamo arrestato”.
Paolo si difende dichiarando con forza la sua fede: “io adoro il Dio dei miei padri, seguendo quella Via che chiamano setta, credendo in tutto ciò che è conforme alla Legge e sta scritto nei Profeti, 15 nutrendo in Dio la speranza, condivisa pure da costoro, che ci sarà una risurrezione dei giusti e degli ingiusti” (ver. 14-15).
Ma tutto questo è la piena fedeltà e non il tradimento della fede dei Padri.
C’è solo un’affermazione, “questa sola frase”, che l’apostolo rivendica come sua: “È a motivo della risurrezione dei morti che io vengo giudicato oggi davanti a voi!”. E, in questo, egli è veramente testimone e annunciatore della novità del Vangelo di Gesù, in piena continuità con la Tradizione dei Padri Ebrei.
Dio vi benedica e voi pregate per noi. Giovanni e Francesco.