22 Uomini d’Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nàzaret – uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso fece tra voi per opera sua, come voi sapete bene –, 23 consegnato a voi secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, voi, per mano di pagani, l’avete crocifisso e l’avete ucciso. 24 Ora Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai dolori della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere. 25 Dice infatti Davide a suo riguardo: Contemplavo sempre il Signore innanzi a me; egli sta alla mia destra, perché io non vacilli. 26 Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua, e anche la mia carne riposerà nella speranza, 27 perché tu non abbandonerai la mia vita negli inferi né permetterai che il tuo Santo subisca la corruzione. 28 Mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi colmerai di gioia con la tua presenza. 29 Fratelli, mi sia lecito dirvi francamente, riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto e il suo sepolcro è ancora oggi fra noi. 30 Ma poiché era profeta e sapeva che Dio gli aveva giurato solennemente di far sedere sul suo trono un suo discendente, 31 previde la risurrezione di Cristo e ne parlò: questi non fu abbandonato negli inferi, né la sua carne subì la corruzione.
Liturgie di venerdì 24-04-2020
Omelia dialogata alla Dozza (file mp3)
Messa trasmessa in diretta sul canale youtube delle Famiglie della Visitazione: https://youtu.be/S2RbAtYXOSU
Omelia dialogata a Sammartini: (file mp3)
Condivisione comune su zoom di Dozza, Sammartini e dintorni su At 2,22-31 venerdì 24 aprile 2020:
COMMENTO Famiglie della Visitazione:
Il testo di oggi è una meravigliosa lode della risurrezione. L’apostolo Pietro, a nome di tutta la comunità, prende in mano le Scritture, in particolare il libro dei Salmi, che già aveva letto e commentato (vedi il cap. primo) e legge in esse la profezia della Pasqua di Gesù, il Cristo, la sua morte, sepoltura e risurrezione. Lo fa citando Davide, che noi conosciamo come il re d’Israele più grande, ma che Pietro presenta come “patriarca” e soprattutto come “profeta”. Sì, perché Davide, non tanto nelle sue imprese prodigiose di guerra, quanto nel suo essere compositore di Salmi, “previde la risurrezione di Cristo e ne parlò”, specialmente nel Salmo 15 (16), che preannuncia la morte e sepoltura del Consacrato del Signore e soprattutto la sua risurrezione: “non fu abbandonato negli inferi, né la sua carne subì la corruzione”.
In questo modo anche l’accusa più grave che gli ascoltatori potevano ricevere da Pietro, “voi l’avete crocifisso e l’avete ucciso”, diventa un passo necessario verso la speranza di una misericordia più grande da parte di Dio, il quale è capace di includere anche il più grave misfatto in un disegno più grande di salvezza: “Gesù di Nazaret, … consegnato a voi secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio”.
La vita del Risorto diventa nel Salmo la vita dei risorti con Lui: “Contemplavo sempre il Signore innanzi a me; egli sta alla mia destra, perché io non vacilli. 26 Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua, e anche la mia carne riposerà nella speranza”!
Dio vi benedica e anche voi benediteci. Giovanni e Francesco