9 Vi era da tempo in città un tale di nome Simone, che praticava la magia e faceva strabiliare gli abitanti della Samaria, spacciandosi per un grande personaggio. 10 A lui prestavano attenzione tutti, piccoli e grandi, e dicevano: «Costui è la potenza di Dio, quella che è chiamata Grande». 11 Gli prestavano attenzione, perché per molto tempo li aveva stupiti con le sue magie. 12 Ma quando cominciarono a credere a Filippo, che annunciava il vangelo del regno di Dio e del nome di Gesù Cristo, uomini e donne si facevano battezzare. 13 Anche lo stesso Simone credette e, dopo che fu battezzato, stava sempre attaccato a Filippo. Rimaneva stupito nel vedere i segni e i grandi prodigi che avvenivano.
14 Frattanto gli apostoli, a Gerusalemme, seppero che la Samaria aveva accolto la parola di Dio e inviarono a loro Pietro e Giovanni. 15 Essi scesero e pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo; 16 non era infatti ancora disceso sopra nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. 17 Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo.
Preferisco proporre un’idea non banalizzante della magia, sia per quello che poteva essere il suo rilievo ai tempi di cui parla il Libro degli Atti, sia, soprattutto, per il significato che anche attualmente il termine può assumere. Non penso tanto ai maghi di oggi, quanto al senso profondo che la magia ha nella storia delle culture e a quello che questo ancor oggi significa….e significherà sino alla fine dei tempi! Infatti, come si vede bene anche dal nostro testo, la magia è l’esperienza e la constatazione del potere dell’uomo sulla natura. Là dove questo potere si manifesta come “straordinario”, e là dove tale straordinarietà si coglie come collegata ai poteri di una persona o di un “potere” particolare, ecco che la magia, magari non indicata con questa parola, è sempre presente nella vicenda umana. Anche nel comune linguaggio si usa il termine “mago” per indicare una particolare straordinaria capacità umana: mago della tastiera, mago della bicicletta…Come tale, la magìa accompagna la vicenda umana, e là dove è più debole l’orizzonte della fede religiosa, la magia si afferma con più forza. A conferma di questo, mi permetto di osservare che l’espressione del ver.9 – “spacciandosi per un grande personaggio” – è traduzione libera ma anche arbitraria, là dove il testo direbbe semplicemente che questo Simone diceva di sè di “essere qualcuno di grande”. Un’espressione quindi che non contiene necessariamente l’ipotesi del trucco e dell’ingannno, ma piuttosto il vanto di un potere speciale. E questo è un sogno istintivo del cuore e dell’orgoglio dell’uomo.
In questo orizzonte possiamo cogliere il fatto che questa specie di “divinizzazione” dell’uomo cede il passo quando viene annunciata la fede. La predicazione di Filippo, che “annunciava il vangelo del regno di Dio e del nome di Gesù Cristo” tocca e conquista il cuore delle persone che dunque passano dalla credenza nella magia alla fede nel Signore! Una realtà ben diversa, e di cui forse si può notare anche una sostanziale diversità per quello che riguarda “i segni e i grandi prodigi” che la fede stessa manifesta e mostra. Nella magia il prodigio è il “primo”, ed è il suo fascino a introdurre la credenza in poteri speciali di un “mago”. Nella fede, come qui vediamo bene, è l’annuncio della Parola di Dio a conquistare i cuori. E i prodigi e i segni seguono come conferma della potenza del dono di Dio: potenza che non solo e non tanto opera su dati esterni dell’esperienza umana, ma che opera innazi tutto sulla realtà profonda ed essenziale della persona. Non tanto i “prodigi”, quanto il cuore nuovo e la vita nuova! A questo punto è bene ricordare che per questa vicinanza-lontananza tra la fede e la magia, quest’ultima è stata sempre duramente condannata dalla legge del Signore! Mi sembra di rilievo quindi dire che non necessariamente la magia deve essere rifiutata perchè è una “bugìa”, quanto perchè in modo insidioso si può presentare con potenze seduttive “somiglianti” alla fede del Signore; e in questo senso veramente ingannevole. La fede è sempre assolutamente potenza e dono di Dio. La magia è l’ipotesi di una potenza “sovr-umana” dell’uomo, o meglio di alcuni uomini.
I vers.14-17 vengono a confermare quanto abbiamo cercato di esprimere con troppe parole(!), e ci regalano la notizia di questa visita evangelica di conferma da parte del Signore di quanto è accaduto in Samaria: il miracolo della fede! Il dono dello Spirito Santo non è un prodigio fatto dall’uomo, ma accolto dall’uomo e ricevuto come preziosa illuminazione e sigillo concreto dell’opera divina nella storia dell’umanità. Mentre la magia esalterebbe il potere di un uomo, il dono dello Spirito in certo senso conferma la piccolezza dell’uomo con il dono dall’alto che scende a riempire, illuminare e rallegrare la realtà piccola e povera della vicenda umana.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Sabato 16 maggio 2009