17 Si levò allora il sommo sacerdote con tutti quelli della sua parte, cioè la setta dei sadducei, pieni di gelosia, 18 e, presi gli apostoli, li gettarono nella prigione pubblica. 19 Ma, durante la notte, un angelo del Signore aprì le porte del carcere, li condusse fuori e disse: 20 «Andate e proclamate al popolo, nel tempio, tutte queste parole di vita». 21 Udito questo, entrarono nel tempio sul far del giorno e si misero a insegnare.
Quando arrivò il sommo sacerdote con quelli della sua parte, convocarono il sinedrio, cioè tutto il senato dei figli d’Israele; mandarono quindi a prelevare gli apostoli nella prigione. 22 Ma gli inservienti, giunti sul posto, non li trovarono nel carcere e tornarono a riferire: 23 «Abbiamo trovato la prigione scrupolosamente sbarrata e le guardie che stavano davanti alle porte, ma, quando abbiamo aperto, non vi abbiamo trovato nessuno». 24 Udite queste parole, il comandante delle guardie del tempio e i capi dei sacerdoti si domandavano perplessi a loro riguardo che cosa fosse successo. 25 In quel momento arrivò un tale a riferire loro: «Ecco, gli uomini che avete messo in carcere si trovano nel tempio a insegnare al popolo».
26 Allora il comandante uscì con gli inservienti e li condusse via, ma senza violenza, per timore di essere lapidati dal popolo.

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Se la vicenda di Anania e Saffira ci metteva davanti all’angustia del cuore umano, così tentato di farsi imprigionare dalle sue passioni e dalle sue paure, l’episodio oggi ricordato dagli Atti sembra voler evidenziare l’incontenibile libertà della Parola di Dio e dunque la nostra responsabilità a servire tale libertà perchè la Parola sia proclamata e ascoltata. Mi sembra dunque che la Parola sia il vero protagonista di quanto oggi celebriamo, e gli stessi apostoli ne siano i servitori e lo strumento.
Possiamo notare che quanto accade non è una “novità” nella storia del popolo di Dio. Gesù stesso ama ricordare come la persecuzione degi antichi profeti sia ora beatitudine dei suoi discepoli perseguitati proprio perchè se ne fanno custodi e annunciatori. D’altra parte questa libertà della Parola non viene rivendicata nè si afferma secondo i metodi e i modi dei dibattiti e delle competizioni del mondo, ma con un bellissimo intreccio tra fortezza e mitezza.
Il sistema repressivo resta intatto, secondo quanto dice il ver.23, ma la Parola è libera. Il Tempio, luogo da sempre deputato all’insegnamento della fede, è il luogo di questo annuncio. Vedremo in seguito che questo non avviene solo per questa tradizionale sua identità, ma anche perchè è il cuore di un’umanità che, proprio per l’elezione di Israele, deve incontrarsi con la pienezza e la novità del mistero di Gesù.
L’Angelo del Signore che libera di notte i discepoli è la presenza liberante di Dio stesso. Anche qui mi pare si colga l’eco e la celebrazione della Pasqua di Gesù.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
grazie sempre!