13 Vedendo la franchezza di Pietro e di Giovanni e rendendosi conto che erano persone semplici e senza istruzione, rimanevano stupiti e li riconoscevano come quelli che erano stati con Gesù. 14 Vedendo poi in piedi, vicino a loro, l’uomo che era stato guarito, non sapevano che cosa replicare. 15 Li fecero uscire dal sinedrio e si misero a consultarsi fra loro 16 dicendo: «Che cosa dobbiamo fare a questi uomini? Un segno evidente è avvenuto per opera loro; esso è diventato talmente noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme che non possiamo negarlo. 17 Ma perché non si divulghi maggiormente tra il popolo, proibiamo loro con minacce di parlare ancora ad alcuno in quel nome». 18 Li richiamarono e ordinarono loro di non parlare in alcun modo né di insegnare nel nome di Gesù. 19 Ma Pietro e Giovanni replicarono: «Se sia giusto dinanzi a Dio obbedire a voi invece che a Dio, giudicatelo voi. 20 Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato». 21 Quelli allora, dopo averli ulteriormente minacciati, non trovando in che modo poterli punire, li lasciarono andare a causa del popolo, perché tutti glorificavano Dio per l’accaduto. 22 L’uomo infatti nel quale era avvenuto questo miracolo della guarigione aveva più di quarant’anni.
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Il ver.13 del nostro brano mi ha stupito e confermato circa la totale centralità della Pasqua nel mi-stero cristiano e nella vita cristiana. Anche Pietro e Giovanni, infatti, vengono a questo punto riconosciuti come segni e come frutto della Pasqua del Signore. I loro avversari si trovano dunque davanti a tre dati innegabili: la “franchezza”dei due discepoli, che è parola preziosa in tutto il Nuovo Testamento per dire la forza e la chiara determinazione che vengono dalla fede e infondono coraggio alla parola dei testimoni; il dato ugualmente innegabile della loro non appartenenza ad un’élite culturale o spirituale. E anche questo è molto importante in un clima come quello di quei tempi, dove il mondo sviluppato era ricco di grandi esperienze di ricerca e di scuole dell’intelletto e dello spirito. E’ dunque evidente la sproporzione tra la loro testimonianza e la loro personale realtà, del tutto inadeguata e disomogenea rispetto alla potenza del loro annuncio. E infine il fatto ugualmente innegabile della loro profonda consuetudine con Gesù, che dunque non è solo oggetto ma anche fonte di tutto quello che essi manifestano e affermano. Sono dunque loro stessi una specie di “miracolo” pasquale. A conferma di tutto ciò sta la presenza concreta di quell’uomo sanato che sembra essere il paradigma di quello che anche a Pietro e a Giovanni è accaduto: così il ver.14. Come vedete, non siamo nell’ambito di una dottrina da confutare o da accettare, ma siamo dentro ad una storia, a dei fatti concreti e a prove innegabili per la loro evidenza e la loro semplicità.
E’ quello che ai vers.15-16 questi capi devono ammettere, e davanti a cui devono decidere il loro atteggiamento. Mi pare possiamo cogliere nelle loro decisioni di pura violenza e illegittimità quella “debolezza” dei poteri politici e religiosi che ha provocato poco prima l’evidente ingiusta prevaricazione della condanna di Gesù. Quando il potere mondano è costretto a manifestare il suo limite, non può che rifugiarsi nella pura irrazionalità della violenza. Ma la violenza contro Gesù e la sua famiglia si orienta inevitabilmente verso il tentativo di soffocare la Parola: “…ordinarono loro di non parlare…”; così i vers.17-18.
Nasce a questo punto il grande tema della coscienza e dell’obbedienza, sia personale sia comunitaria, collettiva. Qui si impone come inevitabile il primato per il credente e per chi in ogni modo è stato visitato dal dono di Dio, di non poter far altro che scegliere l’evidenza e l’autorevolezza assoluta della parola e dell’opera di Dio. E’ molto bello ed efficace quel “giudicatelo voi”, qui particolarmente forte perché rivolto ad un pubblico di autorevoli ebrei!
La paura della folla che aveva portato Pilato a cedere alle trame del potere religioso e della sua influenza sulla massa popolare, porta ora questi “capi” a non eccedere nel loro tentativo violento per la rilevanza che i fatti accaduti hanno nel cuore della gente. Il nostro omino storpio e fatto nuovo continua ad imporsi con autorevolezza!
Dio ti benedica E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.