32 E noi vi annunciamo che la promessa fatta ai padri si è realizzata, 33 perché Dio l’ha compiuta per noi, loro figli, risuscitando Gesù, come anche sta scritto nel salmo secondo:
Mio figlio sei tu, io oggi ti ho generato.
34 Sì, Dio lo ha risuscitato dai morti, in modo che non abbia mai più a tornare alla corruzione, come ha dichiarato:
Darò a voi le cose sante di Davide, quelle degne di fede.
35 Per questo in un altro testo dice anche:
Non permetterai che il tuo Santo subisca la corruzione.
36 Ora Davide, dopo aver eseguito il volere di Dio nel suo tempo, morì e fu unito ai suoi padri e subì la corruzione. 37 Ma colui che Dio ha risuscitato, non ha subìto la corruzione. 38 Vi sia dunque noto, fratelli, che per opera sua viene annunciato a voi il perdono dei peccati. Da tutte le cose da cui mediante la legge di Mosè non vi fu possibile essere giustificati, 39 per mezzo di lui chiunque crede è giustificato. 40 Badate dunque che non avvenga ciò che è detto nei Profeti:
41 Guardate, beffardi,
stupite e nascondetevi,
perché un’opera io compio ai vostri giorni,
un’opera che voi non credereste se vi fosse raccontata!».
La Risurrezione di Gesù è il principio della vita nuova per tutta la creazione e per tutta la storia! Questo è il dono prezioso che oggi riceviamo nel nostro cammino nel Libro degli Atti. Dopo aver tracciato la memoria della storia della salvezza che ha accompagnato i nostri padri incontro al Messia, e dopo aver fatto memoria della Pasqua del Signore, in questa terza e ultima parte del suo discorso Paolo appunto coglie e annuncia il senso profondo della risurrezione di Gesù. E’ il principio di una storia nuova, in certo senso “capovolta” rispetto al passato: non più dalla vita alla morte, ma dalla morte alla vita!
La risurrezione è interpretata secondo Paolo dal Salmo 2,7 – “Mio figlio sei tu. Io oggi ti ho generato” – come la glorificazione del Figlio e quindi l’inizio di una storia che si è lasciata la morte alle spalle. Il principio di una nuova generazione di figli di Dio. Non c’è più davanti alla vita la corruzione della morte. E per questo cita il Salmo15(16),10: “Non permetterai che il tuo santo veda la corruzione”. Con queste parole Davide ha profetizzato la risurrezione di Cristo e la sua definitiva vittoria sul male e sulla morte. Questa è la potenza e la fecondità della Pasqua di Gesù: in Lui anche noi risorgiamo a vita nuova! In Lui possiamo incessantemente gettarci alle spalle la morte e sperimentare in noi stessi la risurrezione!
E come noi celebriamo e viviamo questa “risurrezione”? La prima risposta ce la dona il ver.38: il perdono dei peccati. Qui il termine non dice solamente un’assoluzione, un perdono giudiziale, ma più radicalmente il “toglimento” dei peccati! E sempre il ver.38 annuncia questa vita nuova nei termini positivi della “giustificazione”: anche qui non si tratta di una “indulgenza”, ma del nostro “essere fatti giusti” da peccatori che eravamo. La Legge, dice Paolo, rivelava e denunciava la nostra condizione di peccatori. Ma ora il Vangelo di Gesù, la Buona Notizia della sua Pasqua, ci strappa dalla condizione di schiavitù del peccato e ci trasferisce nella vita nuova dei figli di Dio.
La severa citazione di Abacuc 1,5 al ver.41 ci ricorda che potremmo vanificare il dono di Dio, quando non lo considerassimo come è, e quindi puro dono di Dio, ma lo riducessimo a opera nostra. E’ invece “un’opera che io compio” dice il Signore, del tutto fuori dall’orizzonte delle possibilità umane. E’ veramente il prodigio di una risurrezione da morte!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.