13 Quando il drago si vide precipitato sulla terra, si mise a perseguitare la donna che aveva partorito il figlio maschio. 14 Ma furono date alla donna le due ali della grande aquila, perché volasse nel deserto verso il proprio rifugio, dove viene nutrita per un tempo, due tempi e la metà di un tempo, lontano dal serpente. 15 Allora il serpente vomitò dalla sua bocca come un fiume d’acqua dietro alla donna, per farla travolgere dalle sue acque. 16 Ma la terra venne in soccorso alla donna: aprì la sua bocca e inghiottì il fiume che il drago aveva vomitato dalla propria bocca.
17 Allora il drago si infuriò contro la donna e se ne andò a fare guerra contro il resto della sua discendenza, contro quelli che custodiscono i comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza di Gesù.
18 E si appostò sulla spiaggia del mare.
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E’ prezioso tenere sempre presente che la persecuzione della donna, quindi della Chiesa e in certo senso dell’intera umanità viene da un drago “precipitato sulla terra” (ver.13), e quindi sconfitto. D’altra parte, la donna perseguitata ha “partorito il figlio maschio”, cioè ha generato l’annuncio evangelico che salva il mondo. Quindi la lotta, la fatica, l’assalto subito …sono tutti eventi che si svolgono all’interno e come conseguenza della grande vittoria del mistero cristiano. Sembra quindi di dover tenere fermo questo volto assolutamente positivo della storia della salvezza.
Per questo, anche gli elementi di severa austerità della vicenda ecclesiale non sono da leggere come pericoli di sconfitta, ma come inevitabili conseguenze dell’elezione divina e dell’amore divino che avvolge e protegge la Chiesa: così la collocazione, al ver.14, nel deserto, “le due ali della grande aquila perché volasse nel deserto verso il proprio rifugio”. E così anche l’essere nutrita nel deserto, “lontano dal serpente”. E’ una dimensione umile e austera della vicenda cristiana che custodisce tutta la bellezza e la potenza dell’opera divina.
In questo senso deve essere interpretata anche la vicenda dei vers.15-16. Ci sono passaggi anche delicatissimi nella storia della comunità cristiana, come nella vita di ogni discepolo del Signore. Ma confidiamo nella salvezza che viene dalla sua pasqua per la salvezza di ciascuno e di tutti. Così, dunque, possiamo custodire la serenità interiore ricordando che gli assalti del maligno sono sempre attacchi irosi contro la donna e “contro il resto della sua discendenza, contro quelli che custodiscono i comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza di Gesù”. Così i vers. 17-18.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.