Caro don Giovanni, vedo che spesso lei risponde a messaggi di donne che sentono umiliata la loro maternità perchè hanno l’impressione di non essere riuscite a capire il loro ruolo e di non aver fatto il bene dei loro figli e della loro famiglia. Io sono tra quelle. Il bello è che i miei figli sono ancora ragazzi e potrei forse fare ancora qualcosa per loro, ma sono disorientata. Mi pare che per loro la mia voce sia solo una fra le tante che ascoltano. messaggio firmato

Cara Signora, le confesso che forse avrei rinunciato a rispondere ad un quesito che sento del tutto al di sopra delle mia capacità. Però le sue parole mi hanno raggiunto mentre preparavo con un po’ di preghiera la liturgia di questa domenica: le nozze di Cana. Ho pensato che se non avevo io niente di importante da dirle, potevo almeno lasciare la parola alla mamma del Signore.

Nel Vangelo secondo Giovanni la Madonna è presente solo a Cana e ai piedi della Croce di suo Figlio. E sono presenze di potenza straordinaria di cui voglio far ricordo insieme a lei, per cogliere qualche perla preziosa che la possa consolare e illuminare. Un’altra osservazione: l’Evangelista Giovanni non la chiama mai con il suo nome, che noi conosciamo dal Vangelo secondo Luca, ma sempre la nomina con il suo "nome" più profondo: "la Madre".

A Cana lei dice due sole frasi, una a suo Figlio e l’altra ai servi delle nozze. Al Figlio: "Non hanno vino". Ai servi: "Qualsiasi cosa vi dica, fatela". Parlando al Figlio mostra la sua vocazione materna, la sua maternità potente. Che non è tale solo in relazione ad un figlio: sei mamma perchè hai un figlio. Ma è il suo sguardo materno su tutto e su tutti: è la madre delle Nozze di ciascuno e di tutti! E’ quella potenza tutta femminile di cogliere quello che manca e di avere il coraggio di non abbandonare nessuna povertà, sino a quella della morte del Figlio che la vedrà vicino a Lui, sotto la sua Croce.

Dunque, da qui, un primo suggerimento: la Mamma è la persona che accetta, vuole ed è capace di stare accanto a tutte ferite dei suoi figli. E’ lei che oggi ci è assolutamente necessaria, in una società dove è ritornata in auge la gara individuale e la lotta per prevalere a tutti i costi. Senza questa potenza materna i figli più piccoli e più poveri saranno del tutto abbandonati a se stessi. Parlando ai servi li invita all’obbedienza a suo Figlio: che cosa questo significhi lo rivelerà Lui stesso quando dirà: "Non vi chiamo più servi, ma amici…".

La Madre vuole che evadiamo dalle servitù del mondo, che sono nozze non-riuscite, per entrare in una comunione amicale che dia spazio a quel misterioso "volersi bene" che è l’unica cosa che Dio ormai ci chiede. Forse con troppa audacia S.Agostino dice che, se ami, puoi fare quello che vuoi. Davvero non sei più servo di niente e di nessuno. Finalmente hai trovato la strada della verità e della pace. Proviamo a fidarci dei suggerimenti di questa meravigliosa Madre. Buona Domenica. don Giovanni.