Gentile Padre, leggo spesso gli articoli del "Resto del Carlino" da lei scritti, e mi congratulo per il suo grande impegno sociale, e per la sua saggezza…D’altronde, per un allievo di don Dossetti non potrebbe essere altrimenti..E’ a lei che mi rivolgo per sensibilizzarla del grande disagio abitativo che ancora, purtroppo, attanaglia la nostra città, rammentandole un grande Sindaco del passato, di Firenze, La Pira, il quale, con grande impegno riuscì a trovare degne soluzioni per questo problema. In un momento nel quale la Chiesa sta attraversando una bufera ritengo il problema suddetto la riguardi particolarmente…In fede, un lettore.

Caro anonimo lettore, è la prima volta che trovo un messaggio, il suo appunto, in un foglietto infilato nella buca delle lettere della mia parrocchia. Mi piace pensare che probabilmente alla domenica siamo a Messa insieme! Come lei certamente saprà, in questi tempi Dossetti e i dossettianni non godono di buona firma, sia presso il governo del paese, sia in una parte importante della stessa comunità ecclesiale. Per questo, come prima respingevo sempre l’appellativo di "dossettiano", adesso mi sembra giusto attribuirmelo.

Ed è stato don Giuseppe a farmi conoscere bene anche il Sindaco La Pira, che avevo già incontrato a Firenze per l’amicizia con miei coetanei di allora, impegnati nella rivista Testimonianze di padre Balducci. Io non conosco la vicenda cui lei accenna a proposito del problema della casa. Le posso dire che un tentativo di aiuto alle molte famiglie che non riescono a pagare l’affitto lo stiamo facendo. Certo, con tutti i limiti di una parrocchia dove arrivano aiuti economici per il molto affetto di molti amici, e da dove queste risorse se ne vanno troppo rapidamente. Mi sembra che sarebbe necessario un dialogo con le istituzioni per cercare insieme una strada.

Le faccio un esempio molto semplice e chiaro. Gran parte di questi affitti da pagare vengono da famiglie che abitano in case di proprietà pubblica, appartamenti affidati a strutture che li amministrano. Va a finire che dobbiamo cercare risorse che prendono la direzione di quelle stesse istituzioni che in città hanno la massima responsabilità di provvedere ai cittadini più svantaggiati. Converrebbe mettersi intorno ad un tavolo per cercare tutti insieme una strada comune di attenzione e di aiuto.

A Bologna tutta la comunità ecclesiale è impegnata ad accompagnare e ad aiutare chi è prigioniero del suo bisogno. Ma per dare una risposta adeguata è necessario volersi bene e lavorare tutti insieme. Speriamo!
Le auguro una Domenica "in albis" di letizia e di pace. Un abbraccio affettuoso a tutti. d.Giovanni.