14Richiama alla memoria queste cose, scongiurando davanti a Dio che si evitino le vane discussioni, le quali non giovano a nulla se non alla rovina di chi le ascolta. 15Sfòrzati di presentarti a Dio come una persona degna, un lavoratore che non deve vergognarsi e che dispensa rettamente la parola della verità. 16Evita le chiacchiere vuote e perverse, perché spingono sempre più all’empietà quelli che le fanno; 17la parola di costoro infatti si propagherà come una cancrena. Fra questi vi sono Imeneo e Filèto, 18i quali hanno deviato dalla verità, sostenendo che la risurrezione è già avvenuta e così sconvolgono la fede di alcuni. 19Tuttavia le solide fondamenta gettate da Dio resistono e portano questo sigillo: Il Signore conosce quelli che sono suoi, e ancora: Si allontani dall’iniquità chiunque invoca il nome del Signore. 20In una casa grande però non vi sono soltanto vasi d’oro e d’argento, ma anche di legno e di argilla; alcuni per usi nobili, altri per usi spregevoli. 21Chi si manterrà puro da queste cose, sarà come un vaso nobile, santificato, utile al padrone di casa, pronto per ogni opera buona.
Omelia dialogata messa Dozza 07.12.2020 2Tm 2,14-21
COMMENTO Famiglie della Visitazione:
La prima parte del nostro testo di oggi è dedicata al tema della Parola: “si evitino le vane discussioni” (lett. “le guerre di parole”, ver. 14), un lavoratore che “dispensa rettamente la parola della verità” (ver. 15), “Evita le chiacchiere vuote e perverse” (ver. 16), “la parola di costoro… come una cancrena” (ver. 17). Insomma: Paolo “scongiura” Timoteo che nelle comunità da lui guidate si dia il primato alla Parola di Dio al di sopra di tutte le altre parole che possano uscire dalla mente e delle labbra degli uomini.
All’interno di questo tema emerge oggi una questione molto delicata: l’interpretazione dell’evento decisivo della fede cristiana: la risurrezione dei morti. Per alcuni, essa è ridotta ad un fatto esclusivamente morale: una “risurrezione” dei costumi. Una simile interpretazione escluderebbe un aspetto ineliminabile della visione ebraica e cristiana dell’uomo: la corporeità, riducendo il cristianesimo ad un vago spiritualismo. Proprio in questo tempo noi ci stiamo preparando ad una festa nella quale il Verbo di Dio diventa “carne”.
Ci sembra molto importante la duplice citazione del ver. 19, che Paolo chiama “il fondamento gettato da Dio con questo sigillo: “Il Signore conosce quelli che sono suoi” (Num 16,5), che è l’azione di Dio, e ancora: “Si allontani dall’iniquità chiunque invoca il nome del Signore” (Is 26,13), che è la responsabilità dell’uomo.
Dio ti benedica e tu prega per noi. Giovanni e Francesco