5 È questo un segno del giusto giudizio di Dio, perché siate fatti degni del regno di Dio, per il quale appunto soffrite. 6 È proprio della giustizia di Dio ricambiare con afflizioni coloro che vi affliggono 7 e a voi, che siete afflitti, dare sollievo insieme a noi, quando si manifesterà il Signore Gesù dal cielo, insieme agli angeli della sua potenza, con 8 fuoco ardente, per punire quelli che non riconoscono Dio e quelli che non obbediscono al vangelo del Signore nostro Gesù. 9 Essi saranno castigati con una rovina eterna, lontano dal volto del Signore e dalla sua gloriosa potenza. 10 In quel giorno, egli verrà per essere glorificato nei suoi santi ed essere riconosciuto mirabile da tutti quelli che avranno creduto, perché è stata accolta la nostra testimonianza in mezzo a voi.
11 Per questo preghiamo continuamente per voi, perché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e, con la sua potenza, porti a compimento ogni proposito di bene e l’opera della vostra fede, 12 perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi, e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo.
2Tessalonicesi 1,5-12

Quella “perseveranza” del ver.4 che noi preferiamo qualificare come “pazienza” e “sopportazione”, cioè volontà e capacità di stare sotto e quindi di sopportare, questo è “il segno” del “giusto giudizio di Dio, perché siate fatti degni del regno di Dio, per il quale appunto soffrite” (ver.5).
La sopportazione dei cristiani di Tessalonica è dunque, in loro, celebrazione e manifestazione della passione del Signore Gesù!
Coloro che li affliggono verranno puniti dal giudizio divino, e loro saranno consolati “quando si manifesterà il Signore Gesù dal cielo” (ver.7), perché in tal modo stanno celebrando e testimoniando la Pasqua del Signore.
Alla fine – “in quel giorno” (ver.10) – Gesù “verrà per essere glorificato nei suoi santi”! Cioè, Egli sarà manifestato e rivelato in loro e nel loro patimento!
Così facendo, essi mostreranno di aver accolto la testimonianza di Paolo in mezzo a loro!
“Per questo – dice l’Apostolo — preghiamo continuamente per voi, perché il Signore vi renda degni della sua chiamata …” (ver.11)!
L’obbedienza di Cristo al Padre diventa così la sostanza e la rivelazione della vita cristiana! Così, Il Signore Gesù “sia glorificato”, cioè sia pienamente rivelato e comunicato nei cristiani di Tessalonica, che per questo saranno glorificati in Lui e da Lui!
Tale sarà “la grazia”, cioè il dono sublime che essi riceveranno dal loro Signore.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Dio, che ci sembra (talvolta?) il grande assente, è invece il grande protagonista della nostra vita. E’ lui che ci fa degni del suo Regno (v.5), degni di questa nuova società umana che si va costruendo. Ci fa “degni della sua chiamata”(v.11): notiamo che non solo ci chiama, ma ci rende degni di accogliere la chiamata e rispondervi. E’ lui che “porta a compimento ogni (nostro) proposito di bene”. Non ultimo, ci dà sollievo nelle afflizioni (v.7): quelle provocate dai persecutori, come spiega l’autore, ma – aggiungerei – tutte le afflizioni, affanni e calamità che la vita inevitabilmente comporta. Così ha luogo questo scambio di gloria tra Dio e noi: è la manifestazione dell’amore, suo in noi e nostro in lui, poiché nell’uomo vivente è la sua gloria.