Iniziamo la lectio della Seconda lettera di S. Paolo Apostolo ai Tessalonicesi.
V. la pagina “2 Tessalonicesi” dal nostro archivio con testi poliglotta e commenti.
1Paolo e Silvano e Timòteo alla Chiesa dei Tessalonicesi che è in Dio Padre nostro e nel Signore Gesù Cristo: 2a voi, grazia e pace da Dio Padre e dal Signore Gesù Cristo.
3Dobbiamo sempre rendere grazie a Dio per voi, fratelli, come è giusto, perché la vostra fede fa grandi progressi e l’amore di ciascuno di voi verso gli altri va crescendo. 4Così noi possiamo gloriarci di voi nelle Chiese di Dio, per la vostra perseveranza e la vostra fede in tutte le vostre persecuzioni e tribolazioni che sopportate.
5È questo un segno del giusto giudizio di Dio, perché siate fatti degni del regno di Dio, per il quale appunto soffrite.
Noto che nella frase inziale non c’è il verbo: la comunità di Tessalonica si definisce quindi come “la Chiesa dei Tessalonicesi in Dio Padre nostro e nel Signore Gesù Cristo”. E’ logica conseguenza che dal Padre e dal Signore Gesù vengano la grazia, l’armonia e la comunione con lui, e la pace, con la ricchezza dei doni che le sono connessi. – Quasi sempre Paolo dà inizio alle sue lettere con una “eucarestia”, che è – nel testo greco – la prima parola del brano. “Dobbiamo sempre rendere grazie a Dio…”: dovrebbe essere, credo, il nostro principale tipo di preghiera. Qui i motivi forti per la gioia e il ringraziamento sono la fede e l’amore dei credenti di Tessalonica. Una fede che “fa grandi progressi”: non è mai definitiva, poiché la nostra adesione al Signore e alla sua parola, il nostro pieno fidarci del Padre possono rinnovarsi e compiersi ogni giorno. L’amore, poi, è quello “di ciascuno di voi verso gli altri”: è questo che ci mette in sintonia con il Signore.
Mi sembra che la caratteristica profonda del nostro testo sia “la relazione” e dunque la comunione d’amore che unisce i cristiani al loro Signore e profondamente li unisce tra loro!
La vita che Dio Padre ci dona nella Persona di Gesù è la relazione d’amore!
Possiamo al proposito considerare che la lettera stessa è scritta non da uno solo, ma da tre: Paolo, Silvano e Timoteo!(ver.1).
La lettera è mandata ai Tessalonicesi, la cui Chiesa “è in Dio Padre nostro e nel Signore Gesù Cristo”: non si tratta di accostamenti e di collaborazione tra gli scriventi: “A voi, grazia e pace da Dio Padre e dal Signore Gesù Cristo”. E’ una comunione di salvezza e di amore!
Per questo Paolo e i suoi due fratelli dicono di dovere per questo “rendere grazie a Dio, come è giusto” (ver.3)! Infatti, proprio per questo dono divino, la fede dei Tessalonicesi fa grandi progressi!
“E l’amore di ciascuno di voi verso gli altri va crescendo”!!
Per questo essi scrivono ai Tessalonicesi: “Così noi possiamo gloriarci di voi nelle Chiese di Dio” (ver.4).
Tutto questo dono di comunione nella carità “è frutto della vostra perseveranza e della vostra fede in tutte le vostre persecuzioni e tribolazioni che sopportate”.
Il termine reso in italiano con “perseveranza” tende a significare piuttosto la “sopportazione”, cioè la volontà e la capacità di “stare sotto”, e quindi di non sfuggire, ma di condividere ognuno le fatiche di tutti!
Tutto questo volersi bene è “segno del giusto giudizio di Dio, perché siete fatti degni del regno di Dio, per il quale appunto soffrite”!! (ver.5).
Quest’ultima espressione mi sembra voglia contemplare nella Chiesa di Tessalonica la presenza e la Passione di Gesù!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.