5 Esaminate voi stessi, se siete nella fede; mettetevi alla prova. Non riconoscete forse che Gesù Cristo abita in voi? A meno che la prova non sia contro di voi! 6 Spero tuttavia che riconoscerete che la prova non è contro di noi.
7 Noi preghiamo Dio che non facciate alcun male: non per apparire noi come approvati, ma perché voi facciate il bene e noi siamo come disapprovati. 8 Non abbiamo infatti alcun potere contro la verità, ma per la verità. 9 Per questo ci rallegriamo quando noi siamo deboli e voi siete forti. Noi preghiamo anche per la vostra perfezione. 10 Perciò vi scrivo queste cose da lontano: per non dover poi, di presenza, agire severamente con il potere che il Signore mi ha dato per edificare e non per distruggere.
11 Per il resto, fratelli, siate gioiosi, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell’amore e della pace sarà con voi. 12 Salutatevi a vicenda con il bacio santo. Tutti i santi vi salutano. 13 La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi.
2Corinzi 13,5-13

A me sembra che “la prova” della fede, la prova concreta e profonda del dono di Dio, sia espressa al ver.5: è l’abitare di Gesù Cristo in noi!
Paolo invita i Corinti ad esaminare se stessi e a mettersi alla prova! Notiamo come siano presenti nei vers.5-7 i termini che dicono questa “prova”, questa concreta dimostrazione: “mettetevi alla prova … a meno che la prova non sia contro di voi … la prova non è contro di noi … noi approvati … noi siamo come disapprovati”.
E qui si ripresenta un dato importante che connette profondamente il ministero apostolico alla persona e alla pasqua del Signore Gesù!
Tale ministero infatti non è semplicemente un evento di predicazione e insegnamento! Ha una sua profonda realtà esistenziale!
Paolo la esprime dicendo: “Per questo ci rallegriamo quando noi siamo deboli e voi siete forti”!! E’ ancora una volta riferimento all’annuncio di Gesù che si è fatto povero per arricchire noi con la sua povertà!
Tale è il fine del ministero apostolico: “non per apparire noi come approvati, ma perché voi facciate il bene e noi siamo come disapprovati”! (ver.7). E ancora, al ver.9: “Per questo ci rallegriamo quando noi siamo deboli e voi siete forti”! Siamo veramente alla debolezza della Croce che genera la potenza della risurrezione.
Paolo prega addirittura per la loro “perfezione”: il termine è usato solo qui in tutto il Nuovo Testamento! Nel congedo finale, al ver.11, ritorna questo invito a tendere alla perfezione.
Dunque, l’evento concreto, e infine anche piuttosto delimitato, e al quale Paolo ha attribuito tutta questa rilevanza, e cioè il gesto di solidarietà nei confronti dei cristiani di Gerusalemme, è l’occasione nella quale si manifesta la realtà profonda della fede dei Corinti!
Le parole degli ultimi versetti dell’epistola sono ricchi di affettuosità e di gioiosa consolazione, importanti anche dopo passaggi severi che abbiamo attraversato.
E grazie al Signore per le meraviglie che ci ha voluto mostrare e regalare.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.