Quesliberazione-bolognat’anno, con l’anniversario dei settant’anni, il ricordo della “Resistenza” rischia di essere ancora più retorico. A chi interessa ormai un simile ricordo? A liberare l’Italia sono stati i “vincitori” americani, e non certo i partigiani. Anche senza di loro, che hanno portato ulteriore morte, le cose sarebbero andate ugualmente così. Mi piacerebbe sentire il parere di un antiretorico come te.

È la prima volta che incontro e che mi viene attribuito un titolo che peraltro non mi spiace: l’antiretorico. Però, caro amico di cui non conosco il nome, e al quale volentieri rispondo dandogli del “tu”, devo proprio deluderti. Ti rispondo oggi, mattina del venticinque aprile. Nel pomeriggio mi hanno invitato a Crevalcore a dire qualche parola su questi fatti di settant’anni fa, e in particolare dovrei dire qualcosa di Giuseppe Dossetti e della sua partecipazione alla Resistenza. Tirando la corda del tuo ragionamento, si potrebbe dire che anche la Messa che ho celebrato questa mattina con la mia gente non è certo utile in se stessa: basta già quello che Gesù Cristo ha compiuto in obbedienza al Padre! Ma non è vero! Perché la celebrazione attualizza le vicende della salvezza. E il sacrificio d’amore di Gesù è per fortuna attualissimo oggi. Pensa per esempio ai barconi inghiottiti dal mare con centinaia di persone: tutti nostri fratelli, perché tutti figli dello stesso Padre! Pensa allora alla nostre responsabilità, sì, le nostre, anche la mia e la tua. Con quale immenso dolore viviamo questa tragedia che ha dietro di sé non solo il crimine degli affaristi delle barche, ma tutta la chiusura del nostro mondo verso il quale implacabilmente le moltitudini dei poveri continueranno a venire ad ogni costo. Allo stesso modo, ricordare la guerra di Liberazione è portare nella nostra attualità le vicende di uomini e donne che hanno sentito l’obbligo morale di partecipare alla grande lotta contro gli orrori di dittature sanguinarie. Le cose sono molto cambiate da allora! Ma quante guerre di Resistenza e di Liberazione dovremmo combattere! Un nord del mondo che mangia troppo e deve fare la dieta, e un sud del mondo che ancora muore di fame. E questo solo come titolo di infinite ingiustizie. E noi, anche io e te, non vogliamo partecipare ad una guerra contro questi orrori? Ma che cosa possiamo fare noi per drammi così grandi? Vogliamo dare in ogni modo la nostra presenza. Io voglio spezzare un pane con loro, e voglio far partire questo da quel pane spezzato che ogni giorno nutre me e la mia gente alla Mensa del Signore. Non credo sia inutile retorica.
Buona Domenica a te e ai miei carissimi lettori.

Don Giovanni.

Domenica 26 febbraio 2014.