13 Noi però dobbiamo sempre rendere grazie a Dio per voi, fratelli amati dal Signore, perché Dio vi ha scelti come primizia per la salvezza, per mezzo dello Spirito santificatore e della fede nella verità. 14 A questo egli vi ha chiamati mediante il nostro Vangelo, per entrare in possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo.
15 Perciò, fratelli, state saldi e mantenete le tradizioni che avete appreso sia dalla nostra parola sia dalla nostra lettera. 16 E lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio, Padre nostro, che ci ha amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e una buona speranza, 17 conforti i vostri cuori e li confermi in ogni opera e parola di bene.

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Al termine di questo complesso cap. 2 Paolo riprende le parole scritte all’inizio della lettera, con le quali diceva di dover ringraziare sempre Dio per il suo amore verso questi fratelli di Tessalonica. E ricorda l’opera del Signore nei loro confronti con due verbi: “… vi ha scelti (v. 13)… vi ha chiamati (v. 14)”. Per dire della scelta, cioè dell’elezione divina dei Tessalonicesi “come primizie per la salvezza”, usa un verbo raro e forte, che esprime un’azione quasi violenta, come se di loro Dio si fosse impadronito e li avesse afferrati. Così si compie e si manifesta in questi pagani greci la stessa opera di elezione e di vocazione, che, da Abramo sino alla fine dei tempi, inaugura per gli eletti – anche per noi! – la via nuova della salvezza e della pace. Una via sorretta e guidata dallo Spirito Santo e dalla fede nella verità che è Gesù Cristo (v. 13). Una via che conduce per mezzo del vangelo alla gloria che Gesù ha ricevuto per la sua obbedienza pasquale al Padre (v. 14).
Si tratta ora, dice il v. 15, di rimanere fedeli al dono che hanno ricevuto attraverso tutto quello che, per parola e per lettera, Paolo ha loro comunicato. Così il Signore della consolazione e della speranza consolerà e confermerà il cuore dei suoi figli nelle opere e nelle buone parole che donerà loro di esprimere.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni
Nel brano di oggi ci sembra di riconoscere come tre parti. Nella prima (vv.13-14) Paolo ci da come una descrizione sintetica di come è tutta la vita cristiana, nella benedizione della grazia del Signore: 1. la sua origine: “Dio vi ha scelti come primizie (o “dal principio”) per la salvezza”; 2. il momento attuale: ci dona l’opera santificatrice del suo spirito e la fede nella verità, chiamandoci a sè per il Vangelo; e 3. la destinazione definitiva: “il possesso della gloria del Signorre nostro Gesù Cristo”. Tutto questo lo muove a un rinnovato (cfr. 1:3) rendimento di grazie a Dio per la bellezza del dono che concede ai Suoi figli. Accanto a questo ringraziamento, Paolo pone una esortazione, che deriva dalla speranza appena ricordata: “state saldi e mantenete le tradizioni che avete apprese così dalla nostra parola come dalla nostra lettera” . Infine, e questa ci sembrava la terza parte, Paolo pone una ulteriore rassicurazione, ricca di consolazione. E cioè che a sorreggere il nostro sempre debole, seppure amoroso, tentativo di conservare salda nel cuore la Parola del Vangelo, “lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio Padre nostro, che ci ha amato e ci ha dato una consolazione eterna e una buona speranza, ‘renderà saldi’ i nostri cuori in ogni opera e parola buona” (v.17).
Che bello il testo di oggi! In particolare mi sono tenuto cara queste due frasi:
“voi, fratelli amati dal Signore” e
“Gesù ci ha amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e una buona speranza, conforti i vostri cuori e li confermi in ogni opera e parola di bene”.
Tutta la benedizione della nostra vita parte da questo amore preveniente e vitale che Lui ha avuto per noi!
Pensarlo poi dopo le previsioni apocalittiche di ieri, dove l’energia di male, di iniquità, di Satana deve rivelarsi e prevalere per poi essere annientata conforta abbastanza!
Da buon ultimo, voglio anch’io sottolineare qualcuna delle belle espressioni già commentate. – Paolo si rivolge ai Tessalonicesi (e a noi oggi) come ai “fratelli diletti dal Signore” e al v. 16 ripete “che ci ha amati”: possiamo proprio sentirci avvolti da questo amore, che viene da lontano (“dall’inizio”, secondo alcune traduzioni) e fa sentire i suoi effetti ora, in questo giorno e nelle sue vicende: una consolazione eterna, una speranza buona, “in grazia”! Inoltre, siamo entrati “in possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo” (v. 14): siamo quindi incredibilmente anche noi, con tutte le nostre povertà, manifestazione di Dio per gli altri. – Gli ultimi verrsette (16-17) sono talmente belli che non rimane che rileggerli…