14 Perciò, carissimi, nell’attesa di questi eventi, fate di tutto perché Dio vi trovi in pace, senza colpa e senza macchia. 15 La magnanimità del Signore nostro consideratela come salvezza: così vi ha scritto anche il nostro carissimo fratello Paolo, secondo la sapienza che gli è stata data, 16 come in tutte le lettere, nelle quali egli parla di queste cose. In esse vi sono alcuni punti difficili da comprendere, che gli ignoranti e gli incerti travisano, al pari delle altre Scritture, per loro propria rovina. 17 Voi dunque, carissimi, siete stati avvertiti: state bene attenti a non venir meno nella vostra fermezza, travolti anche voi dall’errore dei malvagi. 18 Crescete invece nella grazia e nella conoscenza del Signore nostro e salvatore Gesù Cristo. A lui la gloria, ora e nel giorno dell’eternità. Amen.
NOTA: Domani, mercoledì 15 dicembre, e giovedì 16 dicembre 2021 commenteremo la lettera di s. Paolo a Filemone. Da venerdì 17 dicembre inizieranno le liturgie in preparazione del Natale e seguiremo le letture ufficiali delle liturgie del giorno fino a domenica 2 gennaio 2022.
COMMENTO
Il punto fondamentale ci sembra al ver. 15: “La magnanimità del Signore nostro consideratela come salvezza”.
La “magnanimità” (pazienza, larghezza d’animo) del Signore noi l’abbiamo conosciuta nel grande evento della “salvezza”. Quella che è una virtù divina è diventata l’opera della salvezza.
A supporto di questo, l’Apostolo cita “il nostro carissimo fratello Paolo”: possiamo ad esempio ricordare Rom 2,4, che riprende il termine “magnanimità”. In 1Cor 13 la magnanimità è la prima delle virtù della Carità: “La carità è magnanima”.
Tra “salvezza” e “salvatore” la seconda lettera di Pietro per sei volte ci ricorda che questo è il centro del messaggio cristiano: siamo salvati!
Dio ti benedica e tu prega per noi. Giovanni e Francesco