1 Questa, o carissimi, è già la seconda lettera che vi scrivo, e in tutte e due con i miei avvertimenti cerco di ridestare in voi il giusto modo di pensare, 2 perché vi ricordiate delle parole già dette dai santi profeti e del precetto del Signore e salvatore, che gli apostoli vi hanno trasmesso.
3 Questo anzitutto dovete sapere: negli ultimi giorni si farà avanti gente che si inganna e inganna gli altri e che si lascia dominare dalle proprie passioni. 4 Diranno: «Dov’è la sua venuta, che egli ha promesso? Dal giorno in cui i nostri padri chiusero gli occhi, tutto rimane come al principio della creazione». 5 Ma costoro volontariamente dimenticano che i cieli esistevano già da lungo tempo e che la terra, uscita dall’acqua e in mezzo all’acqua, ricevette la sua forma grazie alla parola di Dio, 6 e che per le stesse ragioni il mondo di allora, sommerso dall’acqua, andò in rovina. 7 Ora, i cieli e la terra attuali sono conservati dalla medesima Parola, riservati al fuoco per il giorno del giudizio e della rovina dei malvagi.
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Nella sua più profonda “dimensione”, la “fine del mondo”, che è anche “il fine del mondo” (!!): è il Vangelo!
E’ dunque, già ora, “il giudizio del Vangelo”, che mette fine ad una storia dominata dal male e dalla morte, ed è il principio della nuova creazione e della nuova storia. Questo sarebbe “il giusto modo di pensare” (ver.1), che Pietro vuole “ridestare” nei cristiani.
Esso nasce dal “ricordare le parole dette dai santi profeti” (ver.2), e ricordando “il precetto del Signore e Salvatore, che gli apostoli hanno trasmesso”!!
Ciò sarà contrastato da “gente che si inganna e inganna gli altri, e si lascia dominare dalle proprie passioni” (ver.3).
Dimenticando o ignorando il grande dramma del diluvio, qui ricordato ai vers.5-6, affermeranno che non ci sarà una venuta del Signore e che “tutto rimane come al principio della creazione” (ver.4)!
Ma l’antico “diluvio” (Genesi 7) è “figura” e “profezia” del giudizio finale: il ver.7 è annuncio profetico di tale “fine”.
I discepoli di Gesù, come abbiamo già visto, sono custodi e testimoni di questa “fine del mondo” di cui dicevo all’inizio del mio povero commentino di oggi!
Ancora, dunque, mi sembra ritorni questo tema dell’ “anticipo” dei tempi, in quanto i cristiani sono chiamati a vivere già “la fine” e “il fine” della creazione e della storia, pur in una situazione che sembra ancora così dominata dal male e dalla morte.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Come sono attuali quelle parole riferite dall’autore: «Dov’è la sua venuta, che egli ha promesso? … Tutto rimane come al principio della creazione». Le vicende del mondo si ripetono ciclicamente, il male, la morte continuano a flagellare l’umanità e le cose non cambiano. Dio sembra assente e tanti concludono come “lo stolto” del Salmo: “Dio, no!”, non c’è… Ma ecco che – secondo Pietro – basta alzare gli occhi e rivedere il miracolo del mondo e della vita: la terra “ricevette la sua forma grazie alla parola di Dio”; “i cieli e la terra attuali sono conservati dalla medesima Parola”; noi sappiamo e crediamo che “tutto sussiste in Lui”. Vediamo che tanto amore fiorisce ogni giorno, in sintonia col “precetto” di Gesù che anche oggi viene rievocato. “Nell’amore di Dio e nella pazienza di Cristo”, attendiamo i cieli nuovi e la nuova terra in cui abiterò la giustizia.