4 Dio infatti non risparmiò gli angeli che avevano peccato, ma li precipitò in abissi tenebrosi, tenendoli prigionieri per il giudizio. 5 Ugualmente non risparmiò il mondo antico, ma con altre sette persone salvò Noè, messaggero di giustizia, inondando con il diluvio un mondo di malvagi. 6 Così pure condannò alla distruzione le città di Sòdoma e Gomorra, riducendole in cenere, lasciando un segno ammonitore a quelli che sarebbero vissuti senza Dio. 7 Liberò invece Lot, uomo giusto, che era angustiato per la condotta immorale di uomini senza legge. 8 Quel giusto infatti, per quello che vedeva e udiva mentre abitava in mezzo a loro, giorno dopo giorno si tormentava a motivo delle opere malvagie. 9 Il Signore dunque sa liberare dalla prova chi gli è devoto, mentre riserva, per il castigo nel giorno del giudizio, gli iniqui, 10a soprattutto coloro che vanno dietro alla carne con empie passioni e disprezzano il Signore.
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COMMENTO
La riflessione del brano di oggi riguarda il “mondo antico” (ver. 5), quello che precede il dono della Legge del Sinai. Anche prima della Legge si parla di bene e male, giustizia ed empietà, giusti ed empi. Dobbiamo pensare dunque che Dio si rivela progressivamente a tutti gli uomini nella storia come un Dio che ama la giustizia e odia l’iniquità.
Inoltre sceglie alcuni uomini come suoi rappresentanti e quindi figura profetica del Cristo che deve venire nella pienezza dei tempi: ad esempio di Noè si dice che era “messaggero di giustizia” e di Lot, che “si tormentava a motivo delle opere malvagie”.
Ma ancora di più: Dio non si manifesta solo come giudice dei giusti e degli empi, ma come Salvatore: “salvò Noè” (ver. 5), “liberò Lot” (ver. 7), “sa liberare dalla prova chi gli è devoto” (ver. 9).
Dio ti benedica e tu prega per noi. Francesco e Giovanni