Temerari, arroganti, non temono d’insultare gli esseri gloriosi decaduti, 11 mentre gli angeli, a loro superiori per forza e potenza, non portano davanti al Signore alcun giudizio offensivo contro di loro. 12 Ma costoro, irragionevoli e istintivi, nati per essere presi e uccisi, bestemmiando quello che ignorano, andranno in perdizione per la loro condotta immorale, 13 subendo il castigo della loro iniquità. Essi stimano felicità darsi ai bagordi in pieno giorno; scandalosi e vergognosi, godono dei loro inganni mentre fanno festa con voi, 14 hanno gli occhi pieni di desideri disonesti e, insaziabili nel peccato, adescano le persone instabili, hanno il cuore assuefatto alla cupidigia, figli di maledizione! 15 Abbandonata la retta via, si sono smarriti seguendo la via di Balaam figlio di Bosor, al quale piacevano ingiusti guadagni, 16 ma per la sua malvagità fu punito: un’asina, sebbene muta, parlando con voce umana si oppose alla follia del profeta.
2 Pietro 2,10b-16

Pietro sta parlando dei falsi profeti: “i falsi maestri”, titola la TOB. La loro caratteristica principale mi sembra indicata al v.1: rinnegano il Signore. Il Signore che loro insegnano non è quello del Vangelo, ha un’altra identità. E non è forse quello che si è verificato tante volte nella storia della Chiesa e che anche oggi si può verificare? Quante deformazioni della Parola di Dio, interpretata in modo arbitrario o scorretto… Noi stessi forse abbiamo “annacquato” le parole di Gesù, parole inascoltate: Beati i poveri…, Siate servi gli uni degli altri…, Non chiamate nessuno padre o maestro…, Non potete servire Dio e Mammona… Proviamo a “convertirci”, e comunque fiducia e speranza non vengono meno poiché il Signore – dice Pietro – interviene e libera. Come liberò Noè e la sua famiglia (v.5) e liberò Lot (v.7), così “sa liberare dalla prova gli uomini retti” (v.9, TOB). Anche l’asina di Balaam torna oggi a ricordarci che l’opera del Signore si compie e che la regola data al profeta è: “Dirai soltanto quello che io (Dio) ti dirò”(Numeri 22,35).
Il pericolo è quello di smarrire l’umile purezza del Vangelo di Gesù e il dono della fede per tutto stravolgere in una “religiosità” violenta e di potere mondano.
In questa ipotesi negativa, è stravolto anche quello che nel mistero del Signore deve essere allontanato per lasciare posto all’umile fede che, proprio a partire dalla fede dei padri ebrei, concepisce il rapporto con Dio come dono di salvezza!
Anche la storia della comunità cristiana, nella sua secolare vicenda, amaramente conosce questa violenza di un autoritarismo che si allontana dalla divina potenza della misericordia preferendovi regimi e condanne che nel profondo non sono fedeli al Signore, ma ad un “ordine” mondano, che nulla custodisce del Vangelo di Gesù!
Si tratta di un vero “tradimento” della fede dei padri ebrei, e quindi una deviazione drammatica dal Vangelo del Figlio di Dio!
La citazione ai vers.15-16 del dramma e del tradimento di Balaam sottolinea come sia drammatica la distanza che una comunità non fedele al suo Signore erige nei confronti di Lui e del suo Vangelo.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.