11 Quando il re venne a conoscenza di questi fatti, concluse che la Giudea stava ribellandosi. Perciò, tornando dall’Egitto, furioso come una belva, prese la città con le armi 12 e diede ordine ai soldati di colpire senza pietà quanti incontravano e di trucidare quelli che si rifugiavano nelle case. 13 Vi fu massacro di giovani e di vecchi, sterminio di uomini, di donne e di fanciulli, stragi di fanciulle e di bambini. 14 In tutti quei tre giorni vi furono ottantamila vittime: quarantamila nel corso della lotta, e non meno degli uccisi furono quelli venduti schiavi. 15 Non sazio di questo, Antioco osò entrare nel tempio più santo di tutta la terra, avendo a guida quel Menelao che si era fatto traditore delle leggi e della patria; 16 afferrò con mani impure gli arredi sacri, e saccheggiò con le sue mani sacrileghe quanto dagli altri re era stato deposto per l’abbellimento e lo splendore del luogo e per segno d’onore. 17 Antioco si inorgoglì, non comprendendo che il Signore si era sdegnato per breve tempo a causa dei peccati degli abitanti della città e perciò quel luogo era stato abbandonato. 18 Se essi non si fossero trovati implicati in molti peccati, come era avvenuto per Eliodoro, mandato dal re Seleuco a ispezionare la camera del tesoro, anche egli, appena giunto, sarebbe stato subito flagellato e distolto dalla sua audacia. 19 Ma il Signore aveva eletto non già il popolo a causa di quel luogo, ma quel luogo a causa del popolo. 20 Perciò anche il luogo, dopo essere stato coinvolto nelle sventure piombate sul popolo, da ultimo ne condivise i benefici; esso, che per l’ira dell’Onnipotente aveva sperimentato l’abbandono, per la riconciliazione del grande Sovrano fu ripristinato in tutta la sua gloria. 21 Antioco dunque, portando via dal tempio milleottocento talenti d’argento, fece ritorno in fretta ad Antiòchia, convinto nella sua superbia di aver reso navigabile la terra e transitabile il mare, per effetto del suo orgoglio. 22 Egli lasciò sovrintendenti per opprimere la stirpe: a Gerusalemme Filippo, frigio di origine, ma nei modi più barbaro di colui che l’aveva istituito nella carica, 23 e sul Garizìm Andrònico; oltre a loro Menelao, il quale più degli altri era altezzoso con i concittadini, nutrendo un’ostilità dichiarata contro i Giudei. 24 Mandò poi il misarca Apollònio, con un esercito di ventiduemila uomini, con l’ordine di uccidere quanti erano in età adulta e di vendere le donne e i fanciulli. 25 Costui, giunto a Gerusalemme e fingendo intenzioni pacifiche, si tenne quieto fino al giorno sacro del sabato. Allora, sorpresi i Giudei in riposo, comandò ai suoi una parata militare 26 e trucidò quanti uscivano per assistere alla festa; poi, irrompendo con gli armati in città, mise a morte un gran numero di persone. 27 Ma Giuda, detto anche Maccabeo, che faceva parte di un gruppo di dieci, si ritirò nel deserto, vivendo tra le montagne alla maniera delle fiere insieme a quelli che erano con lui; cibandosi di erbe, resistevano per non aver parte nella contaminazione.
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Siamo alla strage degli abitanti di Gerusalemme e della Giudea, un massacro in due tempi voluto dal re Antioco. Anche se le cifre riportate sono esagerate, si trattò certamente di migliaia di morti e di persone deportate in schiavitù. L’autore dà una spiegazione di quanto accaduto: “il Signore si era sdegnato per breve tempo a causa dei peccati degli abitanti della città…”(v.17). Nel prossimo capitolo approfondirà l’argomento, parlando della “correzione” da parte di Dio del popolo “implicato in molti peccati”(v.18). Sono parole che ci fanno riflettere; noi però sappiamo, grazie a Gesù, che Dio non è “uno che si vendica”, non è “un giudice che punisce”, ma è solo misericordia e bontà, e fa splendere il suo sole sui buoni e sui cattivi, sui giusti e sugli ingiusti. – Anche riferendo del saccheggio del tempio, l’autore ci dà un bell’insegnamento: “Il Signore aveva eletto non già il popolo a causa di quel luogo, ma quel luogo a causa del popolo”(v.19). Non sono i luoghi a stare a cuore a Dio, ma le persone, i popoli: è sacro ogni uomo, poiché in ognuno Dio ha posto la sua dimora, il luogo dove Egli abita. – Alla fine del brano ecco comparire quel piccolo nucleo che dà inizio alla resistenza: appena nove uomini, guidati da Giuda Maccabeo, che si nascondono nel deserto e sulle montagne “per non aver parte alla contaminazione”.