39 Intanto, poiché erano avvenuti molti furti sacrileghi in città da parte di Lisìmaco, d’accordo con Menelao, e se ne era sparsa la voce al di fuori, il popolo si ribellò a Lisìmaco, quando già molti oggetti d’oro erano stati portati via. 40 La folla era eccitata e piena di furore. Lisìmaco allora, armati circa tremila uomini, diede inizio ad atti di violenza, sotto la guida di un certo Aurano, già avanzato in età e non meno in stoltezza. 41 Ma quelli, appena si accorsero dell’aggressione di Lisìmaco, alcuni afferrarono pietre, altri grossi bastoni, altri ancora raccolsero a manciate la polvere sul posto e si gettarono contro quelli di Lisìmaco. 42 A questo modo ne ferirono molti, ne abbatterono alcuni, costrinsero tutti alla fuga, misero a morte lo stesso saccheggiatore del tempio presso la camera del tesoro. 43 Per questi fatti fu intentato un processo contro Menelao. 44 Venuto il re a Tiro, i tre uomini mandati dal consiglio degli anziani esposero davanti a lui l’atto di accusa. 45 Menelao, ormai sul punto di essere abbandonato, promise una buona quantità di denaro a Tolomeo, figlio di Dorimene, perché persuadesse il re. 46 Tolomeo invitò il re sotto un portico, come per fargli prendere il fresco, e gli fece mutare parere. 47 Così il re prosciolse dalle accuse Menelao, causa di tutto il male, e contro quegli infelici che, se avessero discusso la causa anche presso gli Sciti sarebbero stati prosciolti come innocenti, decretò la pena di morte. 48 Così senza dilazione subirono l’ingiusta pena coloro che avevano difeso la città, il popolo e le suppellettili sacre. 49 Gli stessi cittadini di Tiro, indignati per questo fatto, provvidero generosamente quanto occorreva per la loro sepoltura. 50 Menelao invece, per la cupidigia dei potenti, rimase al potere, crescendo in malvagità e facendosi grande traditore dei concittadini.
Seleziona Pagina
Due osservazioni sulla convulsa storia di questo capitolo. Fa male vedere che i pericoli, le sofferenze per il popolo di Israele vengono non tanto dai nemici esterni, dai dominatori stranieri, quanto dalle divisioni e rivalità interne. L’ambizione, la voglia di dominio e di ricchezze portano a tradimenti, corruzione, all’assassinio. E le famiglie sacerdotali sono le protagoniste in negativo di queste vicende! Come ha scritto Giovanni, la storia si ripete e anche la nostra Chiesa attuale non è esente dai pericoli e dagli errori che qui vengono denunciati. – Campeggia, in tanta negatività, la bella figura del sommo sacerdote Onia, che guidava il popolo nel rispetto della Legge, delle istituzioni, del tempio… Alla fine viene anche martirizzato. Ogni bella figura della storia di Israele ci fa pensare a Gesù: tutto si è compiuto in positivo in questo “uomo perfetto” che Dio ci ha donato.